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"L'infinito ti raggiunge per acque strette", recita una poesia di Lemaire, e in questi versi il Patriarca di Venezia Angelo Scola riconosce il senso profondo della presenza cattolica a Venezia, restituita dal premio OCIC-SIGNIS. 60 primavere quest'anno, rievocate nello spazio della Fondazione Ente dello Spettacolo al Lido. "Il cinema fa brillare il tutto nel frammento", compito dell'OCIC è l'esaltazione del bello che attraverso il cinema viene veicolato, a prescindere da ogni posizione politica e differenza religiosa. Un motivo in più perché il Patriarca, nel celebrare i 60 anni di presenza OCIC a Venezia, auguri lunga vita anche alla Mostra, "dove il cinema è davvero di casa". Posizioni analoghe a quelle espresse da un "ateo doc" come Peppino Ortoleva, docente di storia dei media all'Università di Torino: nel delineare le vicende del premio OCIC al Lido, Ortoleva ha considerato le linee di continuità e di frattura caratterizzanti l'operato delle varie giurie e ha spiegato come la forza dei loro giudizi stia nella capacità di aprirsi a posizioni differenti, interpretare le inquietudini umane e premiare le opere più capaci di darne espressione. Sono stati quindi Virgilio Fantuzzi sj e il regista Alessandro D'Alatri a portare la propria testimonianza. Il critico di Civiltà Cattolica ha raccontato la storia dei due premi attribuiti a Pier Paolo Pasolini, nel '64 per Il Vangelo secondo Matteo e nel '68 per Teorema, espressioni tangibili della lungimiranza e della sensibilità dei giurati; D'Alatri ha parlato dell'importanza dello sguardo per avvicinarsi alla realtà, riconoscendosi nel pensiero di Papa Paolo VI che attribuiva ai registi la funzione di testimoni della nostra vita. L'intervento di chiusura di Peter Malone, Direttore dell'Ufficio Cinema del Signis, ha avuto come oggetto la volontà di dialogo che la cultura cattolica continua a promuovere attraverso i suoi premi: la costituzione di giurie interreligiose, come quella che unisce cristiani e mussulmani nel Fajr Film Festival di Teheran, è un segnale forte della reale possibilità di ottenere armonia e condivisione, almeno nel mondo della settima arte.