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L'estate sta finendo
L'estate volge al termine quando otto ragazzi alle soglie della laurea partono da Roma per passare il fine settimana nella villa sul mare di proprietà del padre di uno di loro. Domenico e Fabrizio sono entrambi attratti da Flavia, sorella di Giulia. Ci sono poi Manuel, Davide, Katia. E, non previsto, arriva Guido, cugino di Domenico. Si comincia in un afoso clima estivo di mare, come succedeva in Un altro pianeta, titolo d'esordio di Tummolini nel 2008. Ma dopo l'allegria iniziale l'atmosfera cambia registro. Guido perde la vita in un incidente, e niente sarà più come prima.
“La scelta del titolo – dice Tummolini - è venuta per caso. Ricordavo la canzone dei Righeira, un hit del 1985, e mi sembrava perfetta per inquadrare una storia che ha a che fare con il passaggio da una stagione all'altra, dalla spensieratezza alla malinconia. L'estate che sta finendo non è solo quella del calendario ma anche quella anagrafica, per tutti loro”. Così il copione scivola a poco a poco verso altri territori, si circonda di luci/ombre, si tinge di dramma, sfocia nell' apologo. Il taglio si fa preoccupato e malinconico, carico di rimpianti, come sulla soglia di un'aspra resa dei conti rispetto alla quale il gruppo si rivela impreparato.
Il regista rinuncia alla cronaca e al ‘vero' delle immagini a favore di un plot di finzione e di metafora. I giovani sono superficiali, lontani dall'idea di responsabilità, chiusi nelle fughe nel sesso e nella droga, ma la vita chiede il conto indietro. Con uno sguardo severo e determinato, Tummolini contamina bene i generi, intinge passi del racconto in Hitchcock, evita finali consolatori senza condannare né assolvere. Stavolta l'opera seconda è migliore della prima.