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Cabarettista negli storici locali della Milano anni Sessanta, sodale dell'amico di sempre Cochi Ponzoni in trasmissioni memorabili, star della commedia italiana che ha dominato per almeno un decennio con una comicità surreale tutta sua: indiscutibilmente una icona dello spettacolo italiano, Renato Pozzetto, che compie oggi 80 anni.
E festeggia il compleanno annunciando, in un'intervista rilasciata a la Repubblica, il ritorno sul set: sarà il protagonista di Lei mi parla ancora, il nuovo film di Pupi Avati tratto dal memoir di Giuseppe Sgarbi. Pozzetto interpreterà proprio Giuseppe, il padre di Elisabetta e Vittorio Sgarbi.
Per il neo-ottantenne è una rentrée cinematografica in grande stile a cinque anni dal cammeo in Ma che bella sorpresa!. Negli ultimi anni, infatti, l'abbiamo visto soprattutto in show teatrali con Cochi e in solitaria, ma i suoi film affollano i palinsesti televisivi, trovando a ogni passaggio nuovi spettatori.
Una comicità senza tempo, quella di Pozzetto, svincolata dalle contingenze della satira di costume e più legata a una dimensione straniante, fisica, buffa, impacciata. Se ne accorse Flavio Mogherini, che lo fece debuttare sul grande schermo con Per amare Ofelia, dopo gli straordinari di successi di Il poeta e il contadino, La canzone intelligente, La gallina. Grazie al ruolo di un industrialotto con il complesso di Edipo che impara ad amare grazie alla prostituta Giovanna Ralli, vinse uno dei rari premi della carriera, il Nastro d'Argento come miglior attore esordiente.
Nei primi anni al cinema, Pozzetto è richiestissimo dagli autori. Alberto Lattuada lo vuole nella malinconica commedia erotico-psichiatrica Oh, Serafina!, Mauro Bolognini lo sceglie come vittima en travesti della saponatrice di Gran bollito, Dino Risi si appassiona al punto da costruirgli addosso uno dei capolavori dell'attore, Sono fotogenico.
Oh, Serafina!Quattro i lavori con Pasquale Festa Campanile, dal bizzarro Nessuno è perfetto (quanti i personaggi che flirtano con l'ambiguità sessuale?) a Un povero ricco. E quattro anche con Castellano & Pipolo, che lo dirigono nel cult Il ragazzo di campagna, manifesto di poetica che di anno in anno rinnova fedeli estimatori.
Lavora con Steno (La poliziotta, Il padrone e l'operaio, Tre tigri contro tre tigri, il rivoluzionario La patata bollente) e battezza il figlio Carlo Vanzina in Luna di miele in tre, forma una clamorosa coppia con Adriano Celentano in Ecco noi per esempio... di Sergio Corbucci (sei film con lui) e Lui è peggio di me di Enrico Oldoini. Passa alla regia con Saxofone, bell'omaggio alle radici milanesi con Cochi, Enzo Jannacci e Beppe Viola in sceneggiatura.
Tantissimi i titoli di grande (e duraturo) successo commerciale: Sturmtruppen, Agenzia Riccardo Finzi... praticamente detective, Zucchero, miele e peperoncino, Mia moglie è una strega, La casa stregata, Testa o croce, Mani di fata, È arrivato mio fratello, 7 chili in 7 giorni, Le comiche, Ricky e Barabba. Il suo ruolo più maturo è, forse, il goffo bambino cresciuto all'improvviso per magia di Da grande.
Il ragazzo di campagna