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"Sarà come un fantasy: il film è ambientato su Marte, anno 2050, perché la Terra non era più in grado di contenere la popolazione. E quindi si sposta sul pianeta rosso". Sono le parole di Massimo Boldi che, in anteprima, ha raccontato la trama del film Un Natale su Marte, previsto per le feste di fine anno. L'attore lo ha dichiarato in occasione della seconda serata del Festival della Commedia Italiana, che si è concluso ieri, con Lillo e Paolo Ruffini, a Formia, in provincia di Latina.
"Sarò il figlio di Christian De Sica, ma non sarò sottoposto ad alcun trucco in grado di ringiovanirmi. Sarò io, ma anagraficamente sarò molto più giovane. Ovviamente non posso spiegare come questo possa essere possibile, lo si capirà soltanto guardando il film".
Poi aggiunge: "Sul set ci sarà anche Milena Vukotic, che so essere stata qui durante la serata iniziale del Festival della Commedia Italiana. Lei sarà una vedova allegra, e cercherà di consolarmi perché pensa, erroneamente, che siamo coetanei. E' stato strano girare questo film in questo difficile periodo storico: abbiamo dovuto fare tamponi ogni cinque giorni per poter essere un po' tranquilli".
Poi, in merito al post legato al Covid-19 che ha fatto tanto discutere nei giorni scorsi, ha aggiunto: "Mi hanno dato del negazionista, ma non è vero. Ho scritto quel post perché per il 30° compleanno di mia figlia hanno preparato un video che comprendeva vari ricordi, alcuni anche con mia moglie. Mi è venuta un po' di malinconia, e mi sono chiesto se fosse possibile lasciare ai giovani un mondo come quello attuale. Quale sarebbe il loro futuro? Erano le sei del mattino quando scrissi di getto quel post, implorando Nostro Signore. Dopo un paio di giorni ricevetti messaggi di consensi anche dalla virologa Maria Rita Gismondo, da Vittorio Sgarbi e Red Ronnie".
Infine conclude: "Mi reputo critico su tali argomenti perché mi chiedo cosa succeda in caso di positività asintomatica. Perché in realtà non è morto nessuno. Vorrei davvero riuscire a capire questo passaggio. La cosa curiosa e strana è che non si tratta di una situazione soltanto italiana. Si potrebbe pensare anche a un pasticcio internazionale, governativo. Forse questa è la nostra "terza guerra mondiale" e non ce ne siamo ancora resi conto".