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In grazia di Dio
Salento, Meridione, crisi economica e sociale. Italia 2014. La piccola fabbrica di tessuti a conduzione familiare ha una montagna di debiti sul collo. La speranza all'orizzonte per il Sud continua a essere, cinquant'anni dopo, l'emigrazione al Nord. Preferibilmente Svizzera, o Germania. La casa va venduta, quello che resta è un pezzo di terra dove traferirsi. Per fortuna ci sono costruite sopra un paio di baracche di pietra. Quel pezzo di terra, però, è anche l'inizio di una nuova vita. In grazia di Dio il nuovo film di Edoardo Winspeare presentato quest'anno alla 64 edizione del Festival di Berlino arriva finalmente nelle sale italiane.
La vita delle donne di questa famiglia al femminile raccontata da Winspeare non è facile. Sono “fasonisti”, i “cinesi d'Italia”, che confezionano capi d'abbigliamento per le grandi aziende del Nord. La bella Adele (Celeste Casciaro moglie del regista) è giovane, ma sembra già avere tutta la vita dietro le spalle. La sorella sovrappeso sogna di lavorare nel cinema, possibilmente a Roma e naturalmente senza successo. La figlia di Adele è un' adolescente inquieta, per di più ora senza casa. Nonna Salvatrice le tiene insieme. E si innamora del giardiniere. Un amore tra anziani. Una storia d'amore che è l'unico frammento di sogno nella tela realista del film. Ma come il giardino, così cresce, e cambia, anche la vita delle quattro donne.
Oltre alla Casciaro, ottime anche Barbara De Matteis, Laura Licchetta, Anna Boccadamo e Gustavo Caputo. Prodotto da Saietta Film con Rai Cinema e con la Banca Popolare Pugliese, l'Apulia Film Commission, l'Assessorato alle Politiche Agricole, In Grazia di Dio è costato appena 600 mila euro. “Un film a impatto zero” lo ha definito il regista. In realtà di grande impatto sul tessuto sociale della regione. Oltre gli sponsor (come la Pasta Granoro), i contribuiti sono arrivati anche dai cittadini, con regali, tempo, merci. Quasi la prova generale di una nuova Italia possibile. In Grazia di Dio è una storia piccola e semplice. Ma una storia che contempla con poesia la complessità delle relazioni umane. Il film più compiuto di Winspeare.