Un poliziesco in piena regola, ma anche lo specchio di vicende purtroppo all'ordine del giorno. E' Lord of War, il film diretto da Andrew Niccol che uscirà nelle sale venerdì 18 novembre, a sostegno della campagna Controlarms promossa da Amnesty International con la rete italiana per il disarmo. "Lords of War", signori della guerra sono coloro che nell'ombra trafficano in armi vendendole sotto banco ai Paesi in Via di Sviluppo dove c'è maggiore richiesta e controllo molto blando. Il film narra la storia di un "signore della guerra", Yuri Orlov, interpretato da Nicolas Cage: ucraino di nascita, è emigrato coi genitori negli Stati Uniti, entrato in commercio per caso e assurto molto presto al grande traffico. Un' ascesa sorretta dalla convinzione che "le guerre non ci appartengono", le fanno gli uomini da millenni, e le armi sono solo solo un male necessario. Etica da brividi contro la quale lotta l'antagonista di Orlov, l'agente dell'Interpol Jack valentine (Ethan Hawke) procurandosi l'appoggio persino della moglie di Yuri (Bridget Moinahan).  Il film ha il merito di dare per la prima volta al cinema uno squarcio di questo affarismo cinico. A partire dalla prima sequenza in cui l'obbiettivo segue la nascita in fabbrica di un proiettile, il suo cammino fino alla consegna e all'arrivo sulla fronte di un bambino. Niccol ha fuso le vicende reali di cinque trafficanti di armi  e Nicolas Cage ci mette del suo per renderne tutte le sfaccettature. Colpito, fin dall' inizio del loro rapporto, dal valore dirompente di Niccol: "Non sono molti ad avere il coraggio di porre la questione come ha fatto Andrew - ha dichiarato l'attore che è personalmente impegnato per il disarmo -. In parte è questo il motivo per cui ho voluto partecipare. La storia era originale e unica". Della realtà del traffico d'armi, in sede di presentazione del film, hanno fornito cifre impressionanti gli esponenti di Amnesty International e dell' italiana Controllarmi: 639 milioni di armi leggere nel mondo che con la proliferazione dei conflitti diventano strumenti di distruzione di massa. Ed inquieta sapere che fra i maggiori fornitori ci sono tutti i paesi che compongono il Consiglio di Sicurezza dell'ONU.  Il che spiega le difficoltà incontrate dal produttore Philippe Rousselet nell'accedere a finanziamenti americani.