“Cinque anni, tre versioni diverse della sceneggiatura, e un sogno: avere ancora più successo dell’originale. Abbiamo richiamato gli attori del primo film, dando un posto a tutti”, spiega Eddie Murphy, colonna portante nel progetto Il principe cerca figlio, sequel di Il principe cerca moglie di John Landis, e disponibile su Amazon Prime Video dal 5 marzo. Dietro la macchina da presa c’è Craig Brewer, che aveva già collaborato con Murphy per Dolemite Is My Name.

In questo secondo capitolo ci spostiamo a Zamunda, il regno di finzione creato da Landis. Il principe Akeem è stato incoronato, e il peso delle responsabilità si fa sentire. Deve evitare la guerra civile contro un istrionico generale, e in più scopre di avere un figlio nel Queens, a New York, di cui deve prendersi cura.

Il principe cerca moglie è un cult. È stato il primo titolo della storia del cinema con un cast interamente afroamericano ad avere successo in tutto il mondo. Ancora oggi viene omaggiato, i fan sanno le battute a memoria. Questo è capitato perché si tratta di una storia universale, basata sull’amore e sulla necessità di fare la cosa giusta. Anche se i protagonisti sono tutti di colore, non si parla di discriminazione, violenza. Ci sono re e regine, si sottolinea l’importanza di sposare chi si ama davvero. Forse solo Black Panther della Marvel ha raccolto la sua eredità”, aggiunge Murphy.

 

Il film di Landis è del 1988, sono passati 33anni. “In questo periodo è cambiato tutto. C’è una sensibilità diversa verso le donne, più rispetto per il colore della pelle. Mi ricordo che negli anni Ottanta era incredibile vedere tutte queste bellezze afro che riempivano i corridoi e le stanze degli uffici di Landis per fare un provino. Era stata un’opportunità enorme”, sostiene Vanessa Bell Calloway, che presta il volto alla storica compagna di Akeem. Prosegue Arsenio Hall, la spalla di Eddie Murphy: “Abbiamo cercato di mantenere le atmosfere create da Landis, anche se è passato molto tempo. Però qui abbiamo sottolineato l’importanza della figura femminile, mettendola al centro della vicenda. In questo momento storico era importante trasmettere un messaggio così forte”.

Anche John Amos, Cleo Mcdowell sullo schermo, si sofferma sull’andare dei decenni. “C’è stato un lungo periodo di transizione. È cambiato il cinema, ma anche gli spettatori. La nostra sfida è di essere all’altezza, e magari fare anche meglio della prima avventura”. Wesley Snipes, il villain, racconta che cosa lo aveva appassionato di più di Il principe cerca moglie. “La danza iniziale era meravigliosa, i costumi incredibili. La coreografia e i colori erano unici. Molto probabilmente hanno ispirato anche Black Panther”. Poi scherza: “Un elemento da non trascurare di Il principe cerca figlio è la mia pettinatura (ride, ndr). Contiene tutti i tratti distintivi del ruolo che mi hanno affidato. Istinto animale, un po’ di follia, autorità, in un mix decisamente divertente”.