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(Cinematografo.it/Adnkronos) - “Si può, si deve fare. Come siamo tornati serenamente agli stabilimenti balneari, come siamo andati a mangiare la pizza con i nostri amici, ora credo che la Mostra del Cinema di Venezia abbia un’enorme opportunità, e di contro una grande responsabilità. Per la prima volta, il cinema può essere il primo a dimostrare che, rispettando le regole sì, si può fare, si può tornare alla normalità e far ripartire l’economia. Una sorta di immagine che dice alle persone ‘tranquilli, si può fare’”. Sono le parole scelte dalla madrina della Mostra del Cinema di Venezia, Anna Foglietta, per raccontare come vive l’edizione 77 della storica manifestazione, in un anno così speciale da essere quasi un’edizione ’zero’.
“È un’edizione che resterà nella storia, è un po’ un anno zero. Una ‘Venezia Zero’ e questo mi dà molto coraggio”, sottolinea la Foglietta. Che racconta come ha vissuto il fatto di essere stata scelta come Madrina proprio in questa occasione.
“Ho pensato che se me l’hanno chiesto quest’anno è forse anche perché il tipo di attrice che rappresento, e per il tipo di messaggio che posso trasmettere -rivela- Mi sono sentita molto orgogliosa perché è un anno speciale, chiaro che non sarà l’anno della festa, della leggerezza, ma di contro io sono un’attrice che non mai desiderato stare sotto i riflettori. Affronto questo mestiere con grande senso di responsabilità, non ho mai cercato la fama né la riconoscibilità non è quello il motivo per cui faccio questo lavoro”.
Anna Foglietta - Crediti Foto La Biennale_Jacopo SalviUna responsabilità che l’attrice romana ha sentito anche nella preparazione come madrina della kermesse. “Mi sono preparata cercando di respirare anche il sentiment e i rumors di quello che succede in tutto il mondo, non solo quello che succede in Italia -dice- Perché avendo una platea internazionale, in questo momento è giusto che si tengano in considerazione i sentimenti condivisi. Penso e credo che le persone abbiano bisogno di avere intorno a loro un grado di comunicazione molto aperto, qualcosa che non riguardi solo il cinema ma che sia un linguaggio comune che parli un po’ a tutti di quello che succede a livello universale”.
‘Fare ed empatia’ saranno le parole chiave del discorso che la Foglietta farà domani, alla cerimonia di apertura della Mostra. “Sul discorso ci sto ragionando da un mese e mezzo -sorride- Questo è l’anno in cui bisogna parlare di tante cose. Le parole sono importanti, mai come stavolta”. E ce ne sono due che le stanno particolarmente a cuore. "Fare ed Empatia. Le ho ritrovate anche in giro per il mondo, in tante donne che stimo e che seguo. Il fare in maniera empatica. Credo siano quelle che ci rappresentano tutti questo momento e che possano dare il senso di questo festival”. Perché, dice l’attrice, “siamo tutti in una grande arca, come in una tempesta che speriamo di diriga verso il sole. Dobbiamo rimboccarci le maniche e andare verso qualcosa”.
Ma Venezia è anche glam, e a questo non si può rinunciare. Per il suo look da madrina, la Foglietta annuncia di aver fatto una scelta precisa: “Ho deciso di indossare tutto made in Italy, e come aprire se non con il grande maestro Giorgio Armani che si è messo in vetrina durante il lockdown a sistemare i suoi negozi? Quindi per apertura e chiusura della Mostra vestirò Armani”.
“Per tutti gli altri carpet mi sono scelta un po’ di film, tra tutti ‘Padrenostro’ di Claudio Noce, perché prodotto dai miei amici della Lungta Film, e indosserò Etro, Ferretti e Gucci. E poi Bulgari, perché anche Bulgari durante il lockdown ha fatto un’operazione di adorazione per Roma. Insomma, vestirò tutto made in Italy”, rivela l’attrice.
E parlando di progetti futuri, l’attrice si lascia scappare un’importante anticipazione. “Quando torno sul set? A settembre, finito il festival. Non posso ancora dire nulla, ma vi dico che si intitola ‘Una storia italiana’, ed è la storia di Alfredino Rampi”, rivela. L’attrice prenderà dunque parte, “nel ruolo della madre di Alfredino”, al film di Marco Pontecorvo che racconta la storia del piccolo Alfredino Rampi, che perse la vita il 13 giugno 1981 cadendo in un pozzo artesiano a Sant’Ireneo, vicino a Vermicino, dopo tre giorni di agonia seguiti con angoscia e apprensione da tutto il paese.