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Direttamente dalla conferenza di presentazione, l'annuncio ufficiale della lineup del Festival di Venezia 2019, alla 76a edizione.
TUTTI I FILM IN CONCORSO
La vérité, di Hirokazu Kore-eda, primo film girato al di fuori del Giappone, in Francia, con Catherine Deneuve, Juliette Binoche e Ethan Hawke.
The perfect candidate, un ritorno del regista scoperto dal Venezia con La bibicletta verde, Haifaa Al-Mansour.
Altro ritorno, Leone d'Oro nel 2014 (con Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza), torna Roy Andersson con About Endlessness, finito di girare e montare appena in tempo.
Altro ritorno con Olivier Assayas: Wasp network con Gael Garcia Bernal, Pedro Pascal e Penelope Cruz.
Marriage story di Noah Baumbach, uno dei due film di Netflix in concorso a Venezia quest'anno.
Guest of Honour di Atom Egoyan, dopo la sua parentesi di allontanamento dal mondo di Hollywood.
Ad Astra di James Gray, attesissimo film con Brad Pitt e Donald Sutherland, prima volta del regista con una major e prima avventura nello sci-fi.
A Herdade, di Tiago Guedes, pellicola portoghese con un ampio respiro, etico e universale. Definito "un Novecento portoghese" dal Direttore del Festival Alberto Barbera.
Gloria Mundi di Robert Guédiguian.
Waiting for the Barbarians, opera buzzatiana di Ciro Guerra.
Ema di Pablo Larraìn. Altro ritratto femminile dopo Jackie, un film "incendiario in tanti sensi, reali e metaforici" afferma sempre Barbera, con la scoperta del regista Mariana Di Girolamo.
Saturday Fiction di Lou Ye: ambientato nel 1941 a Shangai, un melodramma sentimentale e spionistico in bianco e nero.
Martin Eden con Luca Marinelli, di Pietro Marcello: trasposizione di un capolavoro letterario, ambizioso e rischioso, ma soprattutto coraggioso e consapevole. Una reinvenzione del libro, trasferito in Italia, in un'altra cronologia.
La Mafia non è più quella di una volta di Franco Maresco, un'indagine antropologica sulla Sicilia e su Palermo, con Letizia Battaglia da una parte e Ciccio Mira dall'altra. Opera di cinismo provocatorio, una visione disincantata eppure di comicità grottesca, tipica del regista.
The Painted Bird, Vàclav Marhoul, film autoprodotto su cui ha lavorato dieci anni, tratto dal romanzo omonimo di Kosinski, stesso autore di Oltre il giardino.
Il sindaco del Rione Sanità di Mario Martone, lavoro già portato a teatro dal regista e rielaborato, ora un film a tutti gli effetti, che trasforma i confini scenici del teatro nella potenza del linguaggio visivo del cinema.
Babyteeth di Shannon Murphy, la scommessa sull'opera prima di quest'anno, un film sulla malattia commovente, coinvolgente e ironico.
J'accuse di Roman Polanski, opera anche di ricerca sui processi a Dreyfus. Un Polanski in grande spolvero dirige la ricostruzione di un evento storico e un grande film, da un maestro del cinema europeo.
The Laundromat, il secondo film di Netflix in concorso (ce n'è un terzo fuori concorso, The King), di Steven Soderbergh con Meryl Streep, Gary Oldman e Antonio Banderas, sui Panama Papers e la finanzia contemporanea. Incluso un cameo di Sharon Stone.
No. 7 Cherry Lane, primo film d'animazione per Yonfan, le cui riprese sono durate cinque anni, per un risultato finale molto sofisticato e maturo narrativamente e visivamente.
Dulcis in fundo, il Joker di Todd Phillips, con Joaquin Phoenix e Robert De Niro. A proposito, il direttore Barbera: "Un film così sorprendente richiede il massimo riserbo" e ancora, "Siamo grati che la Warner Bros abbia accettato la competizione, è molto raro da parte di una major. Joker è un prequel ancora più dark del Dark Knight, ma non solo questo: è una denuncia alle contraddizioni delle grandi civiltà contemporanee".