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Thierry Freamux, il delegato generale del Festival di Cannes, ha annunciato i 56 film che compongono la selezione ufficiale di un'edizione che com'è noto non avrà luogo.
- The French Dispatch (Wes Anderson)
- Été 85 (François Ozon)
- True Mothers (Naomie Kawase)
- Lovers Rock (Steve McQueen)
- Mangrove (Steve McQueen)
- Antoher Round (Thomas Vintenberg)
- Last Words (Jonathan Nossiter)
- ADN (Maïwenn)
- Heaven (Im Sang-soo)
- El olvido que seremos (Fernando Trueba)
- Peninsula (Yeon Sang-ho)
- In the Dusk (Sharunas Bartas)
- Les hommes (Lucas Belvaux)
- The Real Thing (Koji Fukada)
- Limbo (Ben Sharok)
- Passion Simple (Danielle Arbid)
- Goodman (Marie-Castille Mention-Schaar)
- Les Chosese Qu'On Dit Les Choses Qu'On Fait (Emmanuel Mouret)
- Rouge (Farid Mouret)
- Sweat (Magnus Van Horn)
- Médecin de nuit (Eli Wajman)
- Ammonite (Francis Lee)
- Nadia Butterfly (Pascal Plante)
- Falling (Viggo Mortensen)
- Gagarine (Fanny Liatard e Jérémy Trouilh)
- Pleasur (Ninja Thyberg)
- Slalom (Charlène Flavier)
- Casa de antigua (Jao Miranda)
- Browken Keys (Jimmy Keyrouz)
- 16 printemps (Suzanne Lindon)
- Teddy (Ludovic e Zoran Boukherma)
- Vaurien (Peter Dourountzis)
- Garçon Chiffon (Nicolas Maury)
- Si le vent tombe (Nora Martirosyan)
- On the Way to the Billion (Dieudo Hamadi)
- John and the Hole (Pascual Sisto)
- Here We Are (Nir Bergman)
- February (Karmen Kalev)
- Enfant Terrible (Oskar Roehler)
- Eight and a Half (Ann Hui, Sammo Kam-Bo Hung, Ringo Lam, Patrick Tam, Johnnie To, Hark Tsui, John Woo, Woo-Ping Yuen)
- Au crépuscule (Sharunas Bartas)
- Ibrahim (Samir Guesmi)
- La mort du Cinema et de mon père aussi (Daniel Rosenberg)
- Antoniette dans les Cévennes (Caroline Vignal)
- Les deux Alfred (Bruno Podalydès)
- Un triomphe (Emmanuel Courcol)
- Le discours (Laurent Tirard)
- L'origine du monde (Laurent Lafitte)
- Spring Blossom (Suzanne Lindon)
- The Truffle Hunters (Gregory Kershaw e Michael Dweck)
- 9 jours à Raqqa (Xavier de Lauzanne)
- Flee (Jonas Poher Rasmussen)
- Josep (Aurel)
- Aya and the Witch (Goro Miyazaki)
- Soul (Pete Docter)
Non c'è Nanni Moretti, fedelissimo di Cannes. Sarà a Venezia, insieme a tutti gli italiani mancanti?
Tra i film selezionati, da segnalare il biopic su Rainer Werner Fassbinder (il tedesco Enfant Terrible), l'esordio alla regia di Viggo Mortensen, il collettivo Eight and a Half che esplora la storia di Hong Kong. Pixar porta l'atteso Soul, lo Studio Ghibli risponde con Miyazaki junior. Nella nutrita pattuglia francese (21 titoli), molte le commedie.
In una lettera scritta per definire i contorni di questa strana edizione, Freamux spiega che "la crisi e il rallentamento delle attività di post-produzione non hanno avuto un impatto sul numero di film presentati". E ha aggiunto: "La vocazione dei festival, come Cannes, è mettere i talenti emergenti sulla mappa del mondo".
Provenienti da 147 nazioni, i film della selezione di Cannes 2020 comprendono anche 15 opere prime: "Mai così tanti giovani registi. È la prova della vitalità del cinema, nonché dell'impegno del festival verso il futuro". 16 i titoli diretti da donne, su 532 presentati al comitato.
Qual è il senso della mossa? Etichettare i titoli che, in un mondo senza Covid-19, avrebbero costruito il cartellone del festival. I film "marchiati" Cannes 2020, come ha spiegato Freamux in una recente intervista, dovrebbero essere presentati in altre rassegne internazionali.
Thierry Fremaux e Pierre Lescure - foto di Pietro CocciaUfficialmente una scelta per "riaccendere il settore", ma il vero motivo - neanche troppo velato - è "bloccare" i film visti da Fremaux e dai suoi collaboratori, impedendo ad altri festival di selezionare gli stessi film nelle proprie line-up. Uno sgarbo nei confronti della Mostra di Venezia (prevista dal 2 settembre) diretta da Alberto Barbera, che con Fremaux coltiva peraltro ottimi rapporti? O l'estremo tentativo di tenere in vita in qualche modo l'edizione annuale, essendo impossibile l'evento "fisico"?
Nel frattempo, Freamux ha stretto un accordo con il direttore del festival di San Sebastian, Jose-Luis Rebordinos, per consentire ai film della selezione ufficiale di competere, cosa che di norma non sarebbe possibile perché quello di San Sebastian è un festival di categoria A. Inoltre, non esclude collaborazioni proprio con Venezia.