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(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Nella spada del mio samurai ci sono tutte le armi da fuoco del mondo. Questo film esprime la mia inquietudine per la situazione attuale. E' un urlo contro la violenza".
Così il regista giapponese Shinya Tsukamoto introduce il tema di Zan (Uccidere), ultimo film a sfilare in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, che si conclude domani con l'assegnazione del Leone d'Oro.
Al centro della storia che Tsukamoto porta al Lido c'è infatti un giovane samurai molto promettente, Tsuzuki (interpretato da Sousuke Ikematsu) ma che non riesce ad accettare l'idea di uccidere qualcuno né il fatto che gli altri samurai riescano ad ammazzare gli avversari con grande facilità.
"Anni fa ho pensato all'immagine di un giovane samurai che fissa la propria spada e si chiede: 'Come ucciderò un'altra persona?' Questo è diventato il nucleo del film", spiega il regista.
Che nel suo film precedente, Nobi, aveva esplorato l'orrore della guerra mostrandola in tutta la sua crudezza: "Questa volta - sottolinea - volevo che il mio film affrontasse un tema completamente diverso. Man mano che cresceva dentro di me l'inquietudine per la situazione del mondo, sentivo l'urgenza di esprimerla come fosse un urlo. Viaggiare indietro nel tempo, rispetto agli anni Quaranta in cui è ambientato Nobi, e condensare tutte le armi da fuoco in una sola spada mi ha riavvicinato all'essenza dell'uomo", conclude il regista.