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Sesta giornata della XXIV edizione del Tertio Millennio Film Fest (TMFF), il festival del dialogo interculturale e interreligioso organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo. Traendo spunto da una citazione del poeta Friedrich Hölderlin, lo storico festival della Fondazione – nato nel 1997 per volere di Papa Giovanni Paolo II – propone una lettura dell’attualità partendo da “ciò che salva”, cercando nella filmografia contemporanea non il lamento del presente ma spunti di ripresa, di salvezza, per individui e comunità.
Disponibile fino al 2 marzo su MYmovies, il Festival propone oggi la visione di German Lessons (Bulgaria/Germania, 2020), diretto da Pavel G. Vesnakov.
Nikola, in passato un poco di buono, ha deciso di lasciare la sua patria in cerca di fortuna all’estero. La prospettiva della separazione dalla sua famiglia lo costringerà però a farsi delle domande sulla sua identità spezzata. Riuscirà a tagliare le sue radici o i legami si riveleranno più forti? È un personaggio che trascende il tempo, Nikola. Nella sua avventura esistenziale si riconoscono le domande poste dalla contemporaneità (il rapporto tra l’Europa e i paesi post-sovietici) e quelle che da sempre interrogano l’uomo di fronte ai bivi (a cosa siamo disposti a rinunciare quando decidiamo di cambiare?). Reduce da un passato burrascoso determinato dalla separazione dalla moglie, dall’allontanamento dai figli, da una condanna a libertà vigilata per pestaggio, il bulgaro Nikola vorrebbe rifarsi una vita con la nuova compagna, nella Germania delle grandi occasioni. Ma è così facile separarsi dagli affetti?
La macchina da presa è attaccata ai corpi dei personaggi, li pedina per le strade, nei loro spostamenti. Le atmosfere sono rarefatte, lo spirito sembra quello di un film dei fratelli Dardenne: regia rigorosa, assenza di musiche, silenzi. Nel bulgaro German Lessons di Pavel G. Vesnakov è al centro l’umanesimo, ci si interroga sulla questione identitaria di un Paese sospeso tra gli avvenimenti della Storia e l’agognato progresso. Il titolo fa riferimento alle lezioni di tedesco che il protagonista Nikola ascolta mentre guida la sua macchina. Vuole trasferirsi in Germania, ad Amburgo. Il regista parte dalla questione linguistica per interrogarsi sui cambiamenti dell’Europa e sul rapporto conflittuale di un popolo con le proprie origini. La parola definisce il comportamento degli individui, i suoni determinano l’evoluzione dei sentimenti. Sono temi che abbiamo visto di recente in Lezioni di persiano di Vadim Perelman, e anche nel 2016 nel riuscito The Constitution di Rajko Grlić. Conoscere significa affrancarsi, sentirsi liberi, indipendenti. Il percorso che compie Nikola potrebbe essere simile a quello della Bulgaria. Fino al 1990 è stata legata al blocco sovietico, e dal 2007 fa parte dell’Unione Europea. Nikola è ancora nel limbo, braccato dalle responsabilità di una vita precedente, e allo stesso tempo con la voglia di guardare al futuro. Partire o restare? La risposta non è semplice, in una parabola di espiazione delle proprie colpe costruita su più tappe. La famiglia viene descritta come un’istituzione in crisi, che si specchia nel carattere corrotto dei governanti, creando una nazione di orfani, dove la criminalità rischia di diventare la nuova regola. German Lessons è un film di padri, putativi e di sangue, è il punto di non ritorno di un uomo dilaniato, che ha bisogno di inseguire una nuova esistenza. (Gian Luca Pisacane)
Disponibilità: dalle 11:00 di domenica 28 febbraio fino alle 11:00 di martedì 02 marzo.
Per quanto riguarda il concorso dei cortometraggi, invece, il titolo della giornata è L'ora delle nuvole (Italia, 2020) di Mario Sposito.
L'ora delle nuvoleCosa succede a un prete quando smarrisce la fede? Come si sopravvive alla perdita di ogni certezza? Padre Francesco ha bisogno di un maestro, di una guida che lo porti a riscoprire le radici della propria vocazione: insieme ad altri compagni di viaggio, in crisi come lui, intraprende un percorso iniziatico, affronta una serie di prove e arriva a comprendere che per ritrovare Dio deve prima di tutto ritrovare se stesso.