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Il 66° TaorminaFilmFest – prodotto e organizzato da Videobank S.p.A., su concessione della Fondazione Taormina Arte Sicilia – debutterà il prossimo 11 luglio e, per otto giorni, sbarcherà prevalentemente online su MYmovies mentre i 12 dodici titoli della principale categoria competitiva, destinata alle opere prime e seconde, saranno i protagonisti delle proiezioni in sala presso il Palazzo dei Congressi di Taormina, a ingresso libero e su prenotazione.
Il festival, diretto da Leo Gullotta e con la selezione a cura di Francesco Calogero, si è prontamente reinventato anche di fronte all'emergenza sanitaria e, pur nel rispetto dei protocolli e delle misure precauzionali, il 19 luglio riaccenderà nuovamente le luci del grande cinema in quella suggestiva cornice naturale millenaria che è il Teatro Antico, per l'occasione nuovamente fruibile e adibito a eventi di spettacolo seppur in una inedita veste scenografica.
Leo Gullotta - ph. Pietro CocciaLa cerimonia di chiusura dell'edizione, con la partecipazione dell'Orchestra Sinfonica Siciliana, vedrà protagonisti i vincitori del Concorso, con la consegna dei tradizionali premi Cariddi e Maschere di Polifemo oltre ai Taormina Arte Awards alla carriera.
Ed eccezionalmente sarà proprio il Direttore artistico Leo Gullotta ad accompagnare l'affezionato pubblico dell'evento sia in occasione della serata sia nel percorso di un format quotidiano, destinato al web e allo streaming, che condurrà lo spettatore a casa in un viaggio ideale tra documenti video, inedite immagini di repertorio e interventi di ospiti, che racconteranno il festival di ieri e quello innovativo e parzialmente virtuale di oggi.
Sarà quindi l'anteprima italiana di Il était un petit navire (There Was A Little Ship) il titolo d'apertura della sessantaseiesima edizione: il film-testamento di Marion Hänsel è l'omaggio che Taormina e il suo festival cinematografico internazionale vogliono rendere alla filmografia di quattro decadi della produttrice, regista e attrice belga dopo la recentissima dipartita. E a farlo è proprio un diario di ricordi di vita e di cinema – tra Marsiglia, Anversa, Parigi, New York e le Fiandre – molto vicino ai film autoriflessivi di Agnès Varda e Chantal Akerman. Un saggio filmico-biografico, sincero e poetico.