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“Da tempo ho deciso di raccontare le grandi istituzioni culturali del nostro tempo. Questa volta, ho scelto la biblioteca pubblica di New York, importantissima per la Grande Mela grazie alla varietà dei suoi archivi, libri, film, opere d’arte e collezioni uniche conservati tra le sue magiche mura”. Così Frederick Wiseman presenta il suo ultimo documentario Ex Libris – The New York Public Library alla 74a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il film sarà distribuito nei primi mesi del 2018 da I Wonder Pictures.
Per la prima volta, un’opera di Wiseman si trova in Concorso. Il regista aveva ricevuto il Leone D’Oro alla Carriera nel 2014. “Sono molto emozionato, anche se alla mia età magari non riesco a dimostrarlo come vorrei”.
Ex Libris – The New York Public Library è un viaggio dietro le quinte di una delle più grandi biblioteche del mondo. “Ha novantadue divisioni sparse per Manhattan, il Bronx e Staten Island ed è diventata un punto di riferimento per la comunità. Organizza diversi corsi: economia, programmazione per computer, lingue, programmi educativi dopo – scuola e insegnamento per adulti”.
Non è solo un esempio virtuoso, è anche un polo di integrazione: “La biblioteca è la più democratica delle istituzioni. Tutti sono i benvenuti e tutte le razze, etnie e classi sociali partecipano con entusiasmo alle iniziative”.
Sui progetti futuri Wiseman mantiene, per ora, il segreto: “Non mi piace parlare di film che non sono ancora finiti. Posso solo dirvi che ho molte idee, che si devono ancora concretizzare. Adesso mi godo questa grande opportunità qui al Festival di Venezia”.
Il regista di Boston, che all’età di ottantasette anni continua a girare capolavori del genere, dimostra di avere anche uno spiccato senso dell’umorismo. Alla domanda: “Quale consiglio darebbe alle nuove generazioni che si vogliono mettere dietro la macchina da presa per realizzare un’opera titanica come Ex Libris – The New York Public Library?”, lui risponde: “Solo uno: sposare una donna ricca!”. Parola di uno dei più grandi documentaristi viventi, se non il migliore.