“Mi definiscono il regista dell’inconscio? Se è dell’inconscio, allora non si può sapere”. Il regista David Lynch apre la conferenza stampa con ironia alla dodicesima Festa del Cinema di Roma. Questa sera riceverà il Premio alla Carriera dalle mani di Paolo Sorrentino.

 

“La mia salvezza è la meditazione trascendentale. Questo mondo trasuda negatività. Lo stress massacra le idee e serve un porto sicuro per non smettere mai di creare. La depressione e il dolore rappresentano il veleno della società di oggi. Ogni essere umano è unico, e un giorno troverà la sua illuminazione, una sorta di pace dei sensi terrena. Siamo tutti meravigliosi e abbiamo delle potenzialità immense, che in qualche modo dobbiamo esprimere. Si può crescere anche attraverso la sofferenza, ma prima bisogna comprenderla nella sua totalità e accettarla. Le persone dovrebbero essere felici e liberare la loro fantasia”.  E poi scherza: “Il cibo italiano è un ottimo punto di partenza per costruire tutto questo”.

Regista, sceneggiatore, produttore e se non bastasse anche musicista, compositore, attore e scenografo. David Lynch è un artista completo, un pensatore del nostro tempo. E stato candidato tre volte all'Oscar per la Miglior Regia con The Elephant Man, Velluto blu e Mulholland Drive, celebrato come il miglior film della storia del cinema.

Ha vinto la Palma d’Oro a Cannes per Cuore Selvaggio e il Leone d’Oro alla Carriera alla 63a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ha conquistato il cuore del pubblico con I Segreti di Twin Peaks, la fortunata serie televisiva degli anni Novanta che è tornata sugli scudi quest'anno, con la terza stagione. “Amo ogni singolo istante delle diciotto ore che compongono questo ritorno a Twin Peaks. I film raccolgono meno consensi rispetto al passato. L’autorialità si è spostata sul piccolo schermo, e fornisce possibilità infinite. Tra le tante, non posso fare a meno di Mad Men e Breaking Bad”.

Lynch non si è mai pentito di non aver girato Star Wars. “Ho scelto Dune perché le battaglie spaziali non facevano per me, l’ho detto anche a George Lucas. Non ho rimpianti. Ormai si fa tutto solo per i soldi, io credo ancora nella passione”. E sugli attori: “Mi piace parlare, confrontarmi, per entrare in sintonia con loro. Li devo guidare, ma accetto il loro parere. Sul set diventiamo una cosa sola. Il cinema non è finzione, ma realtà. Quando giro, genero mondi alternativi in cui il pubblico può immergersi. È un’esperienza senza paragoni”.

La musica è uno dei motori che alimenta David Lynch. “Shostakovich mi ha ispirato, e Lost Highway l’ho scritto sulle note di David Bowie. Non si può vivere senza la forza visionaria delle canzoni”. E infine c’è anche spazio per affrontare lo scandalo sessuale che sta travolgendo Hollywood. Alla domanda se sia in qualche modo implicato, lui sorride e risponde: “Stay Tuned”. Scatta l’applauso. Signore e signori, semplicemente David Lynch.