È stato l'amore a portarti fino a qui. È questa la mia frase prediletta del magnifico romanzo di James Baldwin, che riflette lo spirito che ha portato tutti noi a realizzare questo film”.

Dopo l’Oscar vinto due anni fa con Moonlight, Barry Jenkins presenta alla Festa di Roma (dopo Toronto, New York e Londra) il suo nuovo film, If Beale Street Could Talk (Se la strada potesse parlare), tratto dall’omonimo romanzo del sopracitato James Baldwin.

 

Anni’70, quartiere di Harlem, Manhattan. Uniti da sempre, la diciannovenne Tish (Kiki Layne) e il fidanzato Alonzo, detto Fonny (Stephan James), sognano un futuro insieme. Quando Fonny viene arrestato per un crimine che non ha commesso, Tish, che ha da poco scoperto di essere incinta, fa di tutto per scagionarlo, con il sostegno incondizionato dei genitori, della sorella e del padre di lui (fuori dal coro ci sono la madre del ragazzo, bigotta senza speranza, e le due figlie arpie).

Senza più un compagno al suo fianco, Tish deve affrontare l’inaspettata prospettiva della maternità. Mentre le settimane diventano mesi, la ragazza non perde la speranza, supportata dalla propria forza interiore e dall’affetto della famiglia, disposta a tutto per il bene della figlia e del futuro genero.

“Amo molto James Baldwin e ho scelto questo libro perché contiene entrambi gli elementi che contraddistinguono il suo lavoro, ovvero la dimensione romantica e passionale e, contemporaneamente, la voce che si solleva contro le ingiustizie del sistema americano”, spiega Jenkins, che non fa mistero di come la sua carriera abbia preso un’altra traiettoria dopo il trionfo agli Oscar: “Rispetto al passato, oggi mi rispondono sempre sia alle mail che al telefono”.

Se la strada potesse parlare

Per quanto riguarda il fulcro del film (che sarà distribuito in Italia a febbraio 2019 da Lucky Red), il regista aggiunge: “Qui, come nel libro, si porta in risalto questo profondo senso di protezione che i neri hanno sempre avuto nei confronti dei propri figli, che si tenta di tenere prima fuori dai pericoli piuttosto che liberarli verso il loro destino”. Ma allo stesso tempo “la storia d’amore dei due protagonisti dimostra quanto il dover affrontare situazioni dure e disperate non impedisca comunque di salvaguardare la gioia di vivere”.