PHOTO
“Puntuali al nostro appuntamento con questo nuovo modo di stare insieme”. Così la presidente Ginella Vocca alla presentazione del programma del Med Film Festival, il festival del cinema mediterraneo, che a seguito dell’ultimo Dpcm si svolgerà interamente online dal 9 al 15 novembre.
“Eravamo già pronti per una parte in streaming, ma questa ventiseiesima edizione era stata immaginata anche per la sala. Gli ultimi decreti purtroppo ci costringono a svolgerlo totalmente in rete”, specifica Ginella Vocca, che, come manifesto della kermesse, ha scelto l’immagine di due persone che si baciano perché “nella sua semplicità questo bacio racconta un attimo sospeso, qualcosa di difficile da ricreare nella dimensione di distanza nella quale siamo costretti a vivere”.
Tutti i film e gli eventi dunque si potranno seguire sulla piattaforma di Mymovies. In cartellone quest’anno settanta film, in rappresentanza di trenta paesi, di cui trentotto film in anteprima italiana, quattro in anteprima internazionale e uno in anteprima mondiale.
“Il programma di quest’edizione brilla per un’insolita leggerezza nei contenuti e nella forma- dice il direttore artistico Giulio Casadei-. Ci sono alcune commedie e molti film puntano l’accento sul tema della comunità e della collettività. Elemento comune della selezione sarà quello dei legami familiari, amicali, professionali. E tutti sottolineano l’importanza dell’incontro”.
Tra i titoli in concorso: l’emancipazione femminile attraverso lo sport nel doc egiziano Lift Like a Girl di Mayye Zayed, l’emergenza abitativa e la forza dei legami familiari nello spagnolo La última primavera di Isabel Lamberti, le contraddizioni della Turchia di oggi, tra speculazione edilizia e traffico di droga, in Ghosts di Azra Deniz Okyay, la decolonizzazione del passato storico nel film-performance iracheno Sandlines di Francis Alÿs. E poi ancora l’iraniano Careless Crime di Shakram Mokri e l’israeliano The Death of Cinema and My Father Too di Dani Rosenberg, propongono caleidoscopiche riflessioni sul cinema, mentre il francese À l’abordage di Guillaume Brac ed il palestinese Gaza mon amour di Tarzan e Arab Nasser offrono due luminosi inni all’amicizia e all’amore. A decretare i premi ci sarà una giuria composta dalle registe Susanna Nicchiarelli e Valentina Pedicini, la sceneggiatrice Heidrun Schleff, il fumettista Zerocalcare e la docente universitaria Donatella Della Ratta.
Fuori concorso spiccano Nardjes A. di Karim Ainouz, interamente girato con uno smartphone, segue una giornata di un’attivista algerina durante le proteste del 2019; Rouge di Farid Bentoumi, su una novella “Erin Brockovich” che si batte per la verità, e il corto Correspondencia, su maternità ed eredità familiare.
Due retrospettive: una con otto titoli sull’Algeria e un’altra, in collaborazione con l’Ufficio d’informazione in Italia del Parlamento europeo, con i sei finalisti del Premio Lux dell’ultimo decennio. Film che raccontano le migrazioni, l’emancipazione femminile, la guerra, la scuola e l’infanzia: Mediterranea di Jonas Carpignano, Sami Blood di Amanda Kernell, Estate 1993 di Carla Simón, Appena apro gli occhi di Leyla Bouzid, Sole alto di Dalibor Matanic e Class Enemy di Rok Bicek. In programma anche due Masterclass: una con la regista Susanna Nicchiarelli (il 9 novembre alle 17 a Villa Mirafiori e ovviamente in diretta sui canali social del MedFilm Festival) e una con l’attore iraniano Babak Karimi (il 13 novembre alle 17), che tra l’altro riceverà il Premio alla carriera per “essere un ponte tra le culture del Mediterraneo, un mare che unisce e non divide e per rappresentare un cinema capace di abbattere barriere e cancellare distanze”.
Ci sarà poi il concorso cortometraggi- Premio Methexis e Premio Cervantes Roma nel quale troviamo ventuno corti in competizione provenienti da diciotto paesi dell’area Euro-Mediterranea. E anche la sezione Le Perle alla scoperta del cinema italiano, i corti dalle carceri e i Medmeetings.
“Voglio portare la solidarietà del Parlamento Europeo a un settore come il cinema che è stato particolarmente colpito da questa crisi che non ha precedenti. Il cinema è importante perché è un modo per far dialogare culture diverse”, dice Carlo Corazza, capo ufficio stampa del Parlamento Europeo in Italia. E Vito Borrelli, rappresentante in Italia della Commissione Europea, aggiunge: “L’arte cinematografica è uno strumento potente per raccontare mondi e culture differenti. L’Europa e il Mediterraneo sono un connubio da tempo. Il dialogo euromediterraneo non si è mai interrotto nonostante le minacce del fondamentalismo e la primavera araba. Tra l’altro, mai come in questi giorni, il festival arriva in un momento davvero opportuno perché stiamo vivendo giornate di tensione tra Francia e Turchia. La vicinanza tra le sponde nord e sud del mediterraneo è importante e il Med permette di tenere alto questo dialogo”.
Infine una nota dolente: il Comune di Roma quest’anno non ha finanziato il Med Film Festival. “Per noi un grave danno, ma ce l’abbiamo fatta”, commenta Ginella Vocca. E Giulio Casadei conclude: “E’ sconcertante che un festival di cinema come questo, che è il più antico della Capitale, sia stato completamente dimenticato dai risultati del bando del Comune che ci ha ritenuti idonei, ma non finanziabili. Un risultato figlio di una mancanza di sensibilità di sguardo di politica culturale”.