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Marc’O e il cinema italiano extraindustriale contemporaneo. Su queste due linee si è sviluppata la quarta giornata della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro.
Ieri e oggi, insomma, cinema del passato e cinema del presente. Da una parte il grande regista francese, a cui per la prima volta viene dedicata una personale in Italia; dall’altra quel cinema a bassissimo budget dei nostri autori “più nascosti”, che negli ultimi anni alla Mostra pesarese hanno trovato e trovano spazio e visibilità nella sezione Satellite. Visioni per il cinema futuro. Ma se Marc’O sarà protagonista anche (e soprattutto) domani, quando parteciperà all’incontro della mattina, la sezione Satellite ha avuto oggi il focus più importante.
La giornata del festival, che si chiuderà questa sera con la proiezione di Film d’amore e d’anarchia: ovvero “stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza…” (1973) di Lina Wertmuller (presente nella sezione We Want Cinema, dedicata al cinema italiano al femminile) e con quella di Les idoles che lo stesso Marc’O presentò a Pesaro esattamente cinquant’anni fa, è iniziata infatti proprio nel segno di questo cinema italiano sperimentale, personale, a tratti anti-narrativo, saggistico, ai limiti tra videoarte e riflessioni in immagini.
L’usuale appuntamento mattutino al Centro Arti Visive – Pescheria (che la Mostra rende quotidiano luogo di discussione, confronto e aggiornamento) è stato infatti dedicato interamente ai registi della sezione Satellite. Si è discusso a lungo del presente e del futuro di questa realtà cinematografica anticonvenzionale e fuori dagli schermi. “Satellite è una delle sezioni su cui il festival punta di più, alla ricerca di nuovi linguaggi del cinema”, ha dichiarato orgogliosamente Pedro Armocida, aprendo il dibattito.
Dopo l’intervento del direttore artistico, hanno preso la parola due dei curatori della sezione, Gianmarco Torri e Mauro Santini. “Con Satellite vogliamo creare uno spazio aperto, dedicato ad opere disomogenee” – ha affermato Torri – in questo momento il nuovo cinema, in Italia come all'estero, ha bisogno di aperture, ascolto, spazio per essere, prima di tutto, visto e poi discusso, anche nei suoi difetti, in un luogo fisico di incontro, al di fuori da quello che è ormai diventato il suo habitat virtuale: il web”.
Santini ha poi proseguito: “Non intendiamo questa come una sezione per il cinema sperimentale in senso canonico. Ci interessano gli oggetti misteriosi, i film che cercano strade diverse, dove c’è ricerca, i film che cercano di sfuggire ai percorsi già esplorati, con modalità narrative o meno”.
Grazie agli interventi dei registi (Leonardo Bertini, Mattia Biondi, Francesco Ceccarelli, Giorgiomaria Cornelio, Pietro Librizzi, Morgan Menegazzo, Maurizio Mercuri, Mariachiara Pernisa, Elisa Piria, Luca Quagliato, Lucamatteo Rossi, Samuele Sestieri e Guglielmo Trupia), presenti al festival per accompagnare i propri lavori, si è poi entrati nel vivo della discussione con la nutrita platea del Centro Arti Visive, in cui si è cercato di scavare oltre la superficie di questa realtà cinematografica complessa.
Ma nonostante risulti ancora impossibile riuscire a giungere ad una definizione precisa di questo universo artistico ai margini, l’incontro ha rappresentato l’occasione per ragionare su alcuni aspetti importanti: da una parte il grande amore per il cinema da parte di questi autori, disposti anche a sacrifici personali pur di realizzare le loro opere; dall’altra, la mancanza di risorse economiche, che si cerca di superare aggrappandosi a collettivi artistici, vissuti come luoghi di aggregazione e di confronto, ma anche di unione delle forze.
L’assenza di fondi, però, pur rimanendo un problema, diventa anche la condizione che può spingere questo variegato movimento artistico a trovare sempre nuova linfa e, soprattutto, libertà. A riguardo Giorgiomaria Cornelio, già presente anche due anni fa a Pesaro, ha dichiarato: “Quando tutti saremo disoccupati, allora inizia il cinema”. Un punto, questo, su cui siamo sicuri si continuerà a discutere in questi giorni e che la Mostra approfondirà ancora nelle prossime edizioni.