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I film vincitori a Pesaro 56: A metamorfose dos pássaros si aggiudica i premi delle giurie, Il caso Braibanti il premio del pubblico, menzione speciale per Il n’y aura plus de nuit. Il racconto dell’ultima giornata di festival tra l’evento speciale dedicato a Giuliano Montaldo e la personale di Donato Sansone.
L’ultimo matinée di Pesaro 56 è iniziato come sempre dall’incontro con i registi del concorso: sabato è stato il turno Bruno Delgado Ramo, Erik Negro e Mariusz Wilczynski. “Sono partito dal cercare di capire cosa mette in relazione lo spazio della macchina da presa e quello di una stanza. Mi sono reso conto che si tratta di due spazi della memoria: la propria stanza perché contiene gli oggetti personali, la macchina da presa appartiene invece a un processo mentale” ha spiegato lo spagnolo Bruno Delgado Ramo, autore di Un baile con Fred Abstrait seguido de una pelicula en color, film che nasce dallo stretto contatto un libro, Viaggio intorno alla mia camera di Xavier de Maistre.
“Non è propriamente un film autobiografico ma una favola che ho costruito a partire dalle mie emozioni” ha raccontato l’animatore polacco Mariusz Wilczynski, che ha impiegato 14 anni per realizzare Kill it and leave this town. Al film, in cui l’autore ritrae anche il difficile rapporto con la città natale Lódz, hanno collaborato alcuni protagonisti del cinema polacco che hanno prestato le loro voci ai personaggi: “Grandi artisti come Andrzej Wajda, Gustaw Holoubek e Irena Kwiatkowska mi hanno formato dal punto di vista artistico e umano, ho quindi voluto impostare la realizzazione del progetto al fine di poterli coinvolgere. Ribaltando quelle che sono le normali fasi di composizione di un film di animazione ho prima di tutto registrato le loro voci, che hanno poi contributo a influenzare e stimolare i miei disegni e tutta l’opera”.
Ultimo dei registi a intervenire nel corso della mattinata è stato Erik Negro, autore del cortometraggio sperimentale Hi_8 [Transfert on file]: “Ho girato il film in un giorno ma la cassetta con cui è girato era rimasta dimenticata in macchina 9 anni, motivo per cui si sono creati gli effetti particolari che si possono vedere. Su queste forme di luce non si può lavorare con il digitale perchè non ha la densità materica propria della pellicola”.
La mattinata si è conclusa con la presentazione del volume prodotto dalla Mostra ed edito da Marsilio Giuliano Montaldo: una storia italiana, a cura di Pedro Armocida e Caterina Taricano che raccoglie saggi e testimonianze di importanti studiosi, giornalisti e colleghi del regista. Oltre ai curatori sono intervenuti Alberto Crespi, Steve Della Casa e Cristiana Paternò, ricordando alcuni aspetti fondamentali dell’opera di Montaldo e in particolare la sua tendenza a riportare alla memoria storie spesso dimenticate. In chiusura dell’incontro è stata proiettata in esclusiva l’intervista a Giuliano Montaldo realizzata da David Grieco lo scorso maggio e poi inclusa in forma testuale anche nel volume.
Il pomeriggio è trascorso tra la proiezione della personale di Donato Sansone e l’omaggio al regista Daniel Schmid con il suo film L’ombra degli angeli, anticipato da Daniel Schmid, un racconto fuori stagione, presentato dall’autrice Anna Albertano.
La chiusura della 56° edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro si è svolta in Piazza del Popolo con la cerimonia di premiazione presentata da Miriam Galanti. La giuria composta da Renato Berta, Vinicio Marchioni e Virgilio Villoresi ha assegnato il Premio Lino Miccichè al film della regista portoghese Catarina Vasconcelos A metamorfose dos pássaros, vincitore anche del premio della giuria studenti. A colpire entrambe le giurie è stato l’immaginario ricco di spunti pittorici e letterari che Vasconcelos ha saputo creare unendo le proprie memorie familiari alla storia del Portogallo. La giuria studenti ha inoltre assegnato una Menzione Speciale a Il n’y aura plus de nuit, con cui la regista francese Eléonore Weber ha saputo indagare le immagini catturate dai visori termici dei velivoli militari nelle zone di guerra.
Il premio del pubblico, che quest’anno non è stato possibile affidare al classico sistema cartaceo, è stato scelto sulla base della reazione del pubblico ed ha visto trionfare Il caso Braibanti di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese, un documentario che ha fatto tornare alla luce un grave e troppo a lungo rimosso episodio della storia italiana: il processo scandalo ai danni dell’intellettuale Aldo Braibanti negli anni ’60.
All’interno del concorso (Ri)montaggi (dedicato al video essay) è stato premiato Safe Bodies, Safe enviroment: the atmosphere of Todd Haynes’ safe di Kelsey Draper, con una Menzione Speciale al lavoro di Erica Nobis A touch screen videoessay.
Vincitori del Premio Lino Miccichè per la critica cinematografica Asia Carrino, Alejando Cadelago e Paola De Pasquale (per la sezione giovanissimi) e Silvia Caramellino, Andrea Borneto e Elvira Del Guercio (per la sezione studenti universitari).
A degna conclusione della serata e di tutto il festival il collegamento in diretta con Giuliano Montaldo che ha salutato il pubblico e presentato la proiezione di chiusura di Pesaro56, L’industriale: un film con Pierfrancesco Favino e Carolina Crescentini sulla crisi economica e sulla crisi dei sentimenti.