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Ha reso grandi i Beach Boys grazie al suo talento e alla sua sensibilità creativa: Brian Wilson è un artista senza dubbio geniale, non a caso considerato la vera anima della storica band e uno degli autori più luminosi della storia del pop.
Il regista Pill Poha, al suo debutto, (è stato il produttore di Brokeback Mountain, 12 anni schiavo, The Tree of Life), gli ha dedicato il film biografico Love & Mercy, presentato al Toronto International Film Festival e ora in anteprima europea al Festival di Berlino alla presenza del leggendario Wilson e degli attori Paul Dano e Elizabeth Banks. Una pellicola che sa mostrare la complessità e il peso del percorso creativo.
Ciò che i fan sicuramente conoscono della vita di Brian Wilson non è altrettanto noto al grande pubblico che ha amato Barbara Ann e Good Vibrations. Il film colma questa lacuna con una storia sugli abissi dell’anima. Chi l’avrebbe mai detto che la solare voce dei Beach Boys e quelle melodie perfette e indistruttibili sono nate da un uomo malato?
Poha ha a disposizione due attori straordinari come John Cusak e Paul Dano, che entrano nei panni del protagonista in età ovviamente differenti, con grande naturalezza il secondo e con arte raffinata il primo. Dano (31) è, dal successo dell’indimenticabile Little Miss Sunshinee poi di There Will Be Blood, il volto del cinema americano indie. Quanto conosceva di Brian Wilson l’attore prima di girare questo film? “Credevo di conoscere i Beach Boys, come lo crede tutto il mondo da cinquant’anni. Invece non sapevo nulla“.
Ha imparato a suonare il piano e a cantare per questo film. I giornalisti americani l’hanno accostato ai giganti di Hollywood. Sicuramente non un’impresa da tutti. “Ci ho messo diversi mesi. Ma devo tutto allo staff di tecnici che hanno fatto sembrare magia la mia scarsa abilità. Comunque sì, ho imparato a suonare e a cantare. Anche Brian Wilson è rimasto impressionato“. La difficoltà maggiore nell’interpretare una leggenda del rock in un biopic per il cinema? “Rendere le qualità, le caratteristiche, le manie che si vedono solo nella vita di tutti i giorni. Questo film è un viaggio nella sofferenza, e nella malattia di un’anima che lotta per ritrovare sé stessa e tornare a vivere. Spero di essere riuscito a mostrare Brian Wilson, un uomo, non la leggenda“.
Il pregio più grande del film? “L’energia che emana. È un inno alla voglia, alla gioia, all’energia di vivere. Tutti possiamo risalire dagli abissi. Adesso lo so anche io“.