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“È un personaggio che mi ha colpito molto, una donna che per prima, nell’Ottocento, ha usato i temi del socialismo per parlare della condizione femminile, che credeva nel potere liberatorio della letteratura, dell’arte. Credeva che attraverso autori come Ibsen o Flaubert si facesse comunque politica. Ma allo stesso tempo mi ha colpito la sua vicenda privata, come se si fosse scelta un destino tragico. Una donna che ha deciso di seguire un percorso, quello di lasciarsi travolgere da una passione sbagliata”.
Susanna Nicchiarelli torna a Venezia quattro anni dopo Nico, 1988 (vincitore di Orizzonti), con Miss Marx, stavolta in gara per il Leone d’Oro.
MISS MARX - foto di Emanuela Scarpa © Vivo film, TarantulaBrillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx: tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico.
Prodotto da Vivo film (Marta Donzelli, Gregorio Paonessa), Rai Cinema, Tarantula (Joseph Rouschop, Valérie Bournonville), VOO Be tv, Miss Marx è una coproduzione italo/belga e sarà nelle sale italiana a partire dal 17 settembre, con 01 distribution.
“Sono molto felice di essere qui, di nuovo, mi sembra una bellissima selezione e sono contenta che il Festival ci sia. Allo stesso modo attendo con gioia l’uscita in sala, credo molto nel cinema, credo nel trovarsi tutti insieme e vedere le cose insieme. Sono altrettanto felice che riaprano le scuole, per i miei due bambini. Condividere è la cosa più bella dell’essere umano, credo che ora sia importante tornare a fare queste cose, ma con attenzione, come stiamo facendo a Venezia in questo momento, in sicurezza”, dice ancora la regista, che dopo l’esperienza di Nico, 1988, prosegue sul sentiero dei film internazionali.
“Non è una strada predefinita, semplicemente erano due storie che volevo raccontare. È molto bello lavorare avendo stimoli diversi da persone che vengono da paesi diversi, è un film europeo, Eleanor Marx è un personaggio europeo, e ci appartiene in quanto tale. Il padre, Karl, era tedesco, ha vissuto in Francia, in Belgio, in Inghilterra, lei è inglese sì, ma è giocoforza il frutto di più influenze”.
Ad interpretare Eleanor nel film è Romola Garai: “C’era moltissimo materiale a disposizione, anche due biografie che la riguardano. Lei scriveva moltissimo, lettere, diari. Anche sulla teoria politica abbiamo avuto a disposizione moltissimi documenti da lei realizzati, una fonte di ricerca inesauribile”, racconta l’attrice, che aggiunge: “La sceneggiatura (firmata dalla stessa Nicchiarelli, ndr) era scritta molto bene, con molti inserti tratti da materiale d’archivio e l’aggiunta in scena della musica contemporanea, poi tutta la parte attinta dagli scambi epistolari. Ad un livello più profondo, infine, abbiamo cercato di capire come qualcuno che fosse così combattivo come Eleanor, così ottimista, sia arrivata a credere che non ci fosse più posto per lei nel mondo”.
Romola Garai è Miss MarxIl film, infatti, racconta gli ultimi quindici anni di vita del personaggio, dal 1883, anno della morte del padre e anno in cui conobbe Edward Aveling (Patrick Kennedy), al 1898, anno in cui si tolse la vita: “Non credo però che quella di Eleanor sia una sconfitta, con Romola siamo riusciti a renderla vincente in qualche modo perché la forza e le sue convinzioni rimangono, nella scena finale del film più che mai”, dice la regista, che spiega: “Nonostante lei finisca per togliersi la vita, le sue idee restano. E per come lo raccontiamo noi, a modo suo, ritengo che quello sia un atto liberatorio: ho pensato a Thelma & Louise, film che termina con loro due che si gettano nel Canyon ma nonostante questo esci da quella visione con un’energia molto forte. Non c’è mai in questa donna un senso di sconfitta, di autocommiserazione, guarda sempre avanti”.
L’uomo con cui Eleanor trascorre, tra alti e (molti) bassi, lunghi periodi d’assenza e via dicendo, è come detto Edward Aveling, interpretato da Patrick Kennedy: “Una persona divisa, da una parte morbosamente scrupolosa, attenta alla sua visione del socialismo, precisa, ma ogni scrupolo veniva accantonato quando si trattava di sperperare denaro o di fronte alle donne”, spiega l’attore, che aggiunge: “Questo anticonformismo alimentava il suo ego, era instancabile come socialista ma riusciva a mettere da parte ogni cosa per portare avanti i suoi interessi. Anche i racconti che lo riguardano lo descrivono in maniera nettamente discordante, era un uomo che amava esibirsi, molto bravo a recitare”.
Miss Marx - foto Emanuela Scarpa © Vivo film, TarantulaAncora oggi le donne finiscono nella trappola dell’amore sbagliato? “Penso sia una cosa legata all’essere umano, non necessariamente al femminile. Molto del senso nel film è in quella frase che dice Marx durante quel gioco di società, ‘sono un uomo e nulla mi è estraneo’”, dice la regista, che sulla possibilità di una “sorellanza” con gli altri personaggi femminili raccontati nei film precedenti risponde: “Non lo sai veramente cosa c’è in ogni storia, poi mentre lavori al film, ti confronti con il personaggio, che poco a poco diventa vero, ti accorgi che molte cose ritornano. Eleanor a un certo punto mi sembrava la ragazzina di Cosmonauta diventata grande. E ti sembra che il tuo percorso assuma di senso, come se le solite ossessioni, pur senza volerlo, ritornino sempre”.
Ossessioni, quelle della giustizia sociale, della condizione dei lavoratori, delle donne e dei bambini, che hanno caratterizzato l’esistenza di Eleanor Marx: “La condizione di vita dei lavoratori di allora è raccontata benissimo dai suoi scritti. Viveva le sue battaglie politiche con grande empatia, sofferenza, e questo è quello che te la fa amare, perché era tutto vissuto con il cuore. Per me il riferimento all’oggi è continuo, le battaglie di Eleanor e di tutte le persone che nell’Ottocento combattevano la ferocia della rivoluzione industriale è qualcosa che ai giorni nostri ha ancora un valore enorme: io non credo che questi siano tempi che invecchiano mai, continuano ad emozionare ed è necessario ribadirli”, dice ancora Nicchiarelli.
Miss Marx di Susanna NicchiarelliChe insiste poi sugli aspetti di contemporaneità che il personaggio e il suo contesto hanno ancora oggi: “Credo che l’aspetto più interessante di questa storia sia proprio la sua modernità. Ho trovato molte cose nelle carte di Eleanor, la cosa impressionante di queste lettere è che sembrano scritte oggi. I loro sogni, le loro paure, le loro aspirazioni, sembrano le nostre. È bello fare un film in costume, perché all’inizio entri in un mondo diverso ma poi te lo devi dimenticare”.