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“Buzzati ha sempre influenzato il mio lavoro, sia per i racconti, quella capacità visionaria di creare dei misteri e anche per i suoi quadri, le sue immagini. Aveva fatto anche una storia a fumetti nel ’71. Quando Valérie Schermann (produttrice insieme a Chrisophe Jankovic, ndr) mi ha chiesto che lungometraggio avrei voluto fare le ho proposto questo romanzo e lei se ne è innamorata”.
Lorenzo Mattotti, celebre disegnatore e fumettista, è al 72° Festival di Cannes per presentare il suo primo film da regista, La famosa invasione degli orsi in Sicilia, ospitato in Un Certain Regard, tratto dall’omonimo romanzo illustrato di Dino Buzzati, scritto nel 1945 e pubblicato a puntate sul Corriere dei Piccoli (ora edito da Mondadori).
"Ci sono tantissimi personaggi, rimandi, storie. Quello che volevo tenere era una fedeltà nella struttura del romanzo e restituire questa gioia del raccontare, trasmettere questa gioia dell’inventare storie, commentarle", dice ancora Mattotti, anche autore della sceneggiatura insieme a Thomas Bidegain e Jean-Luc Fromental: "Con gli sceneggiatori abbiamo trovato l’idea del cantastorie, con questa ragazzina che girava le montagne della Sicilia. E questo ci permetteva di entrare e uscire dalla storia madre, commentare i vari passaggi, la gioia di raccontare che era poi quella di Buzzati", aggiunge il regista.
Che al romanzo originale apporta questa aggiunta fondamentale, la ragazzina Almerina: "Oltre al chiaro omaggio alla vedova di Buzzati (morta nel 2015, ma si deve a lei se il progetto del film è potuto partire, ndr) ho pensato che non poteva mancare una figura femminile in un racconto per bambini", spiega Mattotti, che sul lavoro compiuto racconta: "Animare un personaggio è una magia, dare movimento a dei disegni è come ritrovare un tuo vecchio amico immaginario che poi prende vita, con la parola, con i gesti. Dietro a tutto questo c’è un lavoro infinito, metodico, molto difficile da spiegare, ma è una delle cose più lente e difficili che si possa immaginare".
La storia del film, con qualche differenza per quello che riguarda appunto l'aggiunta di alcuni personaggi e certe situazioni, è comunque la stessa del romanzo: nel tentativo di ritrovare il figlio da tempo perduto e di sopravvivere ai rigori di un terribile inverno, Leonzio, il Grande Re degli orsi, decide di condurre il suo popolo dalle montagne fino alla pianura, dove vivono gli uomini. Grazie al suo esercito e all'aiuto di un mago, riuscirà a sconfiggere il malvagio Granduca e a trovare finalmente il figlio Tonio. E' così che gli orsi e gli uomini inizieranno a vivere insieme in pace - almeno per un po'.
"La forza di questa favola - continua Mattotti - è che si rinnova continuamente, parla di cose universali. Essendo un disegnatore ci ho visto anche la grande capacità di creare mondi, immaginari, di lavorare sulle nostre tradizioni. Mettere in scena un lavoro che è nelle nostre radici, capacità di lavorare con delle leggende, dei rituali. Queste sono le cose che trovo affascinanti nella storia, dare l’impressione che esiste un immaginario diverso da quello americano o quello giapponese. Tutta la nostra cultura visionaria, immaginaria, non la utilizziamo come dovremmo. Forse per mancanza di soldi, o per mancanza di creatività, ma non vediamo la ricchezza che abbiamo alle spalle. Ci sono un sacco di riferimenti, le grotte di Giotto, i colori di un certo pittore, ho cercato di creare un’iconografia mediterranea, non quella a cui siamo ormai assuefatti, quella gotica-barocca degli anglosassoni per intenderci, bellissima per carità, ma perché non possiamo restituire anche noi il nostro immaginario?".
Coproduzione Italia-Francia (Indigo Film e Rai Cinema per l'Italia, Prima Linea Productions, Pathé Films e France Cinéma per la Francia), La famosa invasione degli orsi in Sicilia sarà distribuito prossimamente in Italia da Bim.
Realizzato in lingua francese, per la versione italiana sono stati coinvolti molti grandi nomi per dare voce ai vari personaggi, da Toni Servillo (Leonzio), Antonio Albanese (Gedeone, il cantastorie), Linda Caridi (Almerina), Corrado Guzzanti (Salnitro) e Andrea Camilleri (il Vecchio Orso).
"Camilleri siamo riusciti a convincerlo grazie alla mia agente - racconta Mattotti -. Mi conosceva, apprezzava il mio lavoro. Gli abbiamo detto veniamo da te, non ti disturbiamo, facciamo solo un paio d’ore. Quando ha incominciato poi si è divertito un sacco. E come simbologia per noi era molto importante che fosse lui a dare voce al vecchio orso, il narratore che racconta la storia. Come è stato altrettanto importante, per la versione francese, avere la voce di Jean-Claude Carrière, il grande sceneggiatore di Buñuel".