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"La paranoia è radicata nella società turca per effetto di una politica che ha abituato la gente a credere nella cospirazione e nel complotto. Il mio prossimo è anche il mio potenziale nemico: la maggior parte dei miei concittadini ragiona così." Non usa giri di parole Emin Alper a proposito della Turchia, rittatta come un incubo ad occhi aperti nel suo Abluka, in gara al Lido: "Non abbiamo fatto riferimento ad un momento preciso - spiega il regista - La storia potrebbe essere riferita al presente, al futuro o al passato. Oggi la situazione politica in Turchia è molto simile a quella sperimentata dal paese negli anni '70. C'è un'atmosfera di guerra latente. Spero di no, ma il futuro del paese potrebbe non essere molto diverso da quello immaginato dal film".
Il protagonista di Abluka, Kadir, è un uomo uscito di prigione che viene ingaggiato dai servizi segreti per spiare il quartiere in cui apparentemente presta servizio come operatore ecologico: "La realtà e il sogno sono così mescolati l'uno con l'altro - continua Alper - per rendere la paranoia in cui si perde il personaggio. Il protagonista non riesce più a disrtinguere ciò che è vero da quel che non lo è. La follia del titolo - "abluka" - è questo stato di cose."
Sul suo metodo di lavoro: "Avevo due strade davanti a me: o scrivere la sceneggiatura in modo lineare modificandola in seguito col montaggio oppure scriverla tutta dal principio così come sarebbe stata realizzata in sede di riprese. Ho scelto quest'ultima opzione. Per me la struttura è tutto nel film perché riflette la sua paranoia. "
Sui maestri che più lo hanno influenzato nell'apprendistato cinematografico Alper cita anche il nostro Visconti, anche se per questo suo ultimo lavoro "ho rivisto i film di Kubrick, Polanski e De Palma".
Nonostante il riferimento al terrorismo, alla violenza e all'abuso del Potere, una delle cose che disturba di più in Abluka è l'abbattimento sistematico dei cani randagi da parte di una squadra scelta dal comune. Anche in un altro film turco, Sivas, presentato qui al Lido lo scorso anno, i nostri amici a quattro zampe non se la passavano granché bene: "Non abbiamo un problema con i cani in Turchia, non ora - si difende Alper -. Abbiamo avuto un fenomeno grave di randagismo che ha portato in passato alla soppressione degli animali. Oggi non si fa più così. Li si addormenta e li si porta in canile."