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Dal suo debutto a 14 anni nel classico di culto Over the Edge (Jonathan Kaplan, 1979), Matt Dillon ha saputo attraversare numerosi territori cinematografici, grazie a incontri come quello con Francis Ford Coppola – a cui si devono The Outsiders (1983), Rumble Fish (1983) –, a film di genere divenuti veri e propri cult – Wild Things (John McNaughton, 1998), There's Something About Mary (Bobby Farrelly, Peter Farrelly, 1998) –, sino a incursioni nel cinema d’autore europeo – The House That Jack Built (2018) di Lars von Trier e Nimic (2019) di Yorgos Lanthimos. A questo percorso attoriale condotto sempre nel segno della libertà e della ricerca, il Locarno Film Festival ha deciso di assegnare il Lifetime Achievement Award, il premio dedicato alle carriere cinematografiche straordinarie.
Giona A. Nazzaro, direttore artistico del Locarno Film Festival: “Matt Dillon incarna con suprema libertà un’idea di artista e di cinema americano che amiamo profondamente. L’inquietudine della giovinezza e la libertà della maturità. Un interprete che ha saputo costruire un successo duraturo e transgenerazionale senza mai rinunciare a esplorare nuove sfide e linguaggi. Attore e regista sorprendente, Dillon rappresenta il meglio di un’idea di cinema statunitense nata negli anni Settanta e allo stesso tempo celebra il coraggio delle scelte non convenzionali. Siamo onorati di celebrare con lui il 75esimo anniversario del Locarno Film Festival.”
In occasione del premio, consegnato a Matt Dillon la sera di giovedì 4 agosto in Piazza Grande, verranno proposti nei giorni seguenti due titoli rivelatori dell’eclettismo dell’attore e regista:
Drugstore Cowboy, Gus Van Sant – Stati Uniti – 1989 – presentato nella sezione Histoire(s) du cinéma
City of Ghosts, Matt Dillon – Stati Uniti – 2002 – presentato nella sezione Histoire(s) du cinéma
Venerdì 5 agosto, inoltre, Matt Dillon incontrerà il pubblico del Festival durante una conversazione che si terrà al Forum @Spazio Cinema.
Il Lifetime Achievement Award è stato istituito nel 2011. Negli scorsi anni è stato consegnato a leggende del cinema quali Harrison Ford (2011), Alain Delon (2012), Jacqueline Bisset (2013), Harvey Keitel (2016) e, nel 2021, Dario Argento.
Matt Dillon - Foto Karen Di PaolaLa carriera cinematografica di Matt Dillon (New Rochelle, New York, 1964) ha attraversato oltre tre decenni. Dai film di Francis Ford Coppola The Outsiders e Rumble Fish, fino alla collaborazione con Gus Van Sant per Drugstore Cowboy, per cui ha vinto un Independent Spirit Award nel 1990, e To Die For (1995), che ha presentato con il regista a Locarno nel 1995, il suo percorso è stato costellato da titoli come Singles (Cameron Crowe, 1992), Crash (Paul Haggis, 2004), per cui è stato candidato agli Oscar come miglior attore non protagonista e ha vinto il suo secondo Independent Spirit Award, ma anche Factotum (Bent Hamer, 2005), The House That Jack Built (Lars von Trier, 2018) e il cortometraggio Nimic (Yorgos Lanthimos, 2019), presentato a Locarno72. Nel 2002 debutta alla regia con City of Ghosts (2002), scritto con Barry Gifford, in cui ha recitato al fianco di James Caan, Gérard Depardieu, Stellan Skarsgård e Natascha McElhone. Nel 2014 ha recitato nella serie televisiva Wayward Pines (2015-2016) di Chad Hodge con M. Night Shyamalan tra i produttori esecutivi, mentre di prossima uscita è la serie Apple High Desert, diretta da Jay Roach, che lo vede al fianco di Patricia Arquette. Dillon ha inoltre completato di recente il suo secondo lungometraggio come regista con El Gran Fellove (2020), un documentario musicale sul leggendario cantante cubano Francisco Fellove.
Dal 2008 è membro del consiglio di amministrazione di Refugees International e ha partecipato a missioni in Myanmar, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, realizzando brevi documentari per sensibilizzare il pubblico sulla situazione dei rifugiati e degli sfollati interni a causa di conflitti e cambiamenti climatici.
Dillon proviene da una famiglia di artisti ed è egli stesso un pittore. Le sue opere sono state esposte a New York, Roma e Berlino.