"E' un onore per me aver ricevuto questo incarico. Lo faccio con grande felicità e anche con un po' di timore e terrore come direbbe il filosofo Kierkegaard".

Così Giona A. Nazzaro commenta la sua nomina come direttore artistico del Locarno Film Festival, che si svolgerà ad agosto. Una nomina conferitagli dal Presidente Marco Solari in quanto "grande conoscitore della nostra manifestazione e per il suo forte legame con la Svizzera e il Ticino" e grazie alla sua "mentalità internazionale" con l'auspicio che "possa starci tanti anni".

Delegato generale della Settimana Internazionale della Critica della Mostra del cinema di Venezia dal 2016 e membro del comitato artistico di IFFR – International Film Festival di Rotterdam, Giona A. Nazzaro è nato a Zurigo nel 1965. Laureato in Lingua e letteratura tedesca e inglese, è stato già programmatore e curatore del comitato di selezione di Visions du Réel di Nyon dal 2010 al 2020 e ha anche partecipato al Locarno Film Festival in qualità di moderatore. 

L'incarico partirà dal primo gennaio 2021 e lavorerà da subito al fianco di Nadia Dresti, responsabile ad interim della direzione artistica sino a fine dicembre 2020. 

"Bisogna cercare di iniettare fiducia in un settore che attualmente è molto colpito. Cercheremo di offrire il miglior festival possibile", dice Giona A. Nazzaro, che assume questo compito in piena pandemia, in un momento molto difficile per il cinema.

 

"Sono consapevole di tutte le sfide che ci attendono tra cui quella del digitale- prosegue-. Arrivai a Locarno molto tempo fa ed era stupendo vedere questa sala piena e crepitante di energia ed entusiasmo. Vidi dei documentari realizzati da Amos Gitai e poi ricordo bene la magia che si respirava quando il film Attraverso gli ulivi di Kiarostami fu proiettato in Piazza Grande sul grande schermo. E' un festival unico nel quale, tra l'altro, alla qualità della proposta cinefila si accompagna un'organizzazione impeccabile che aveva sempre un'attenzione per tutti. Il cinema è tenere insieme un sogno e un progetto di comunità".

Ecco, come si può fare tutto questo con il Covid che non dà tregua? "La situazione è problematica- risponde-. La grande minaccia ora è lo sgretolamento delle nostre comunità e la grande sfida è quella di tenerle insieme, lavorando al bene comune nel rispetto delle nostre particolarità. Roberto Rossellini, da intellettuale liberissimo, covava un grande progetto di film su Marx dal titolo Lavorare per l'umanità. In fondo il cinema e tutti noi non facciamo che questo: tenere insieme un progetto e un sogno di comunità e oggi il cinema più che mai è un lavorare per l'umanità. Locarno riparte dalla Piazza Grande e da lì si reinventa il festival. Ovviamente tutto sarà fatto in sicurezza, senza mettere a rischio nessuno. Dobbiamo tentare di difendere il cinema come filiera e come sala, che resta il cuore della sua esistenza, il luogo nel quale vive la sua comunità".