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Dopo essere stato premiato sul palcoscenico della Piazza Grande, Edward Norton si concede al pubblico per un incontro, uno dei più attesi, del Festival. Ecco alcuni estratti del Norton-pensiero riguardo al suo lavoro e ai registi coi quali ha lavorato. L'insieme definisce assai bene la caratura dell'attore e la serietà genetica con la quale sceglie film, soggetti, personaggi.
I primi passi nel cinema, da bambino. "Solo con Disney. Ero innamorato dei suoi film. Poi mi hanno portato a vedere Guerre stellari a Baltimora. Mi ha dato idee meravigliose. Ho capito poi di preferire quel cinema che fa riflettere, senza mai dare risposte definitive".
Milos Forman. "Il mio primo film, Larry Flint - Oltre lo scandalo, 1996. Un mentore generoso, ho imparato tutto da lui. Ho scoperto quanto sia malleabile il cinema, quali forme si possano dare a un film. Venendo dal teatro ho capito quanto il cinema sia anche liberatorio, perché non hai la preoccupazione di lavorare in modo perfetto".
Woody Allen. "Ricordo quello che accadeva dopo il set di Tutti dicono I love you: camminavo per Parigi senza che nessuno mi riconoscesse. Bellissimo. Woody mi ha insegnato come nel cinema si possa raccontare una storia in tanti diversi modi. Lui è un regista classico e libero allo stesso tempo. Una esperienza pura".
Gli anni '80. "Pieni di rabbia ed emarginazione. American History X è frutto di quel clima. Il protagonista, Derek, non era un personaggio che mi si adattava bene. Ma la lezione è questa: quando ho la sensazione di non essere adatto a un ruolo sentendomi inadeguato, allora so che devo interpretarlo. L'insicurezza genera concentrazione. Non è un gioco di parole, ma oggi sono abbastanza sicuro di questo".
Edward Norton in American History XDavid Fincher e Fight Club. "Un copione noir e divertente. Una analisi satirica di ciò che si prova quando si tenta di entrare nel mondo degli adulti. E' stata una forte esperienza emotiva. Sapevo che i nostri amici avrebbero amato il film, e i nostri genitori detestato".
Poi arriva Spike Lee e La 25a ora. "Ho vissuto in prima persona le tensioni sociali dell'America, sono cresciuto negli anni '80. Lui sapeva che io sono un suo grande fan. Lo abbiamo girato in soli 28 giorni. Da lui ho imparato che il cinema è collaborazione. Può essere difficile, ma anche molto bello".
L'incredibile Hulk. "Non è stata una scelta sbagliata. Sono un fan del fumetto. Per me era interessante provare gli effetti digitali e mi piaceva la mitologia della storia. Mi sono divertito. Ma non mi interessa più il cinema di franchising".
Wes Anderson. "Gira delle sequenze animate prima del film, dando lui stesso la voce a tutti i personaggi. Così Moonrise Kingdom non è stato difficile. Tu guardi il cartone animato e sai cosa devi fare. Con lui è un po' come essere delle marionette. Ma se hai assimilato bene i suoi film, sai che è un maestro unico nel trovare le emozioni che stanno sotto la superficie della comicità".
Birdman, Venezia, gli Oscar. "Sono un fan assoluto di Iñárritu. Qualsiasi cosa mi avesse offerto avrei detto di sì, con lui il lavoro è diverso da quello di tutti gli altri registi. Sapeva della mia disposizione e che ero stato conquistato dalla sceneggiatura: bellissima, divertente e sofferta. Una storia così piena di idee e affetto. La personalità di Alejandro è forte e latina. Tutti i personaggi del film sono sfaccettature della sua psiche. Lui ama Borges, lo conosce a memoria. Ha preso tutte le parti della sua psiche, le ha messe nel film e ha dato loro voce nei nostri personaggi".
L'attore con Michael Keaton in BirdmanSi capisce alla fine perché per Norton valga una sola regola quando si fa cinema: "Bisogna conoscere tutta l'opera di un regista prima di lavorare con lui. E' una follia e un atto di presunzione irresponsabile lavorare senza conoscerne linguaggio, tono e stili. E' anche vero che nessuno può essere tanto arrogante da aspettarsi che tutto sia sempre perfetto. Quando si fa un lavoro creativo come il nostro bisogna buttarsi e provare. All'inizio è sufficiente essere convinti che nel progetto ci siano elementi buoni. I risultati si conoscono solo alla fine".