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Si apre questa sera con l’ultimo e atteso film di Jonathan Demme Ricki and the Flash (in italiano Dove eravamo rimasti) il 68mo Festival del Film di Locarno, in programma fino al 15 agosto. La Piazza Grande accoglie ancora una volta il grande appuntamento con il cinema: la cittadina svizzera distesa sulle rive del Lago Maggiore per dieci giorni si anima di appassionati, ospiti, film, incontri e proposte, che da sempre le riconoscono, con il suo Festival, un ruolo di primo piano, preziosa vetrina di idee e di tendenze. Numerose sezioni, ritorni importanti come quelli di Hong Sangsoo, Zulawski e Iosseliani e una retrospettiva dedicata a Sam Peckinpah. Carlo Chatrian, direttore artistico, ha coniato quest’anno un’immagine suggestiva per descrivere il Festival 2015: la casa delle immagini. Ne spiega le ragioni.
Carlo Chatrian“Penso che oggi la figura della casa ritorni in modo forte. I film, che facciamo vedere a Locarno me l’hanno suscitata. La casa al cinema è stata rappresentata in tanti modi: all’epoca del Neorealismo, per esempio, era il luogo in cui si scopriva un’Italia diversa, in cui il cinema entrava in modo molto forte anche nell’intimità delle famiglie e delle loro dinamiche; all’epoca della Nouvelle Vague era diventato, invece, il luogo da cui si scappava. Oggi mi sembra che la figura della casa ritorni riempita di un valore affettivo. Mi vengono in mente tutte quelle persone che la casa non l'hanno più o che la devono abbandonare o semplicemente vivono ogni giorno i timori di una perdita nel futuro. Ecco, il cinema è specchio del mondo e ci racconta le correnti di fondo che agitano il mondo, anche quando poi i film nel contenuto non sono direttamente politici”.
Una delle sezioni storiche del Festival è quella dedicata ai "Cineasti del presente", fucina del cinema del futuro.
“Cineasti del presente è una sezione che da subito ha identificato Locarno come un Festival particolarmente adatto alla scoperta di opere prime e seconde. Quindi, l’idea del presente si declina anche con uno sguardo verso quei giovani registi che iniziano la loro carriera cinematografica. Il taglio, quindi, non è direttamente tematico, ma è proprio di tipo generazionale. I registi giovani, che quest’anno arriveranno a Locarno ci raccontano il mondo in tutte le sue declinazioni: ci sono film dal carattere più direttamente esistenziale; ci sono dei documentari che parlano delle tante tragedie che toccano il nostro fragile pianeta; e ci sono film che guardano al passato per farci capire il presente”.
Piazza Grande, LocarnoFocus importante ed estremamente attuale è quello che avete organizzato per presentare e raccontare il cinema del Maghreb. “La sezione si chiama Open Doors ed è una sezione che esiste – anche questa – da una quindicina d’anni. In realtà la sezione ha una finalità: aiutare dei film a farsi. E’ un laboratorio di coproduzioni. Ogni anno questa sezione si concentra su una regione del mondo e quest’anno è appunto il Maghreb. Progetti, quindi, di film che arrivano dalla Tunisia, dal Marocco, dalla Libia e dall’Algeria. Ne abbiamo selezionati dodici. I registi e i produttori saranno a Locarno per incontrare altri registi e per far sì che i loro progetti di film vedano la luce. A fianco di questi 12 progetti di film, abbiamo una vetrina che presenta la produzione cinematografica più recente di questi Paesi. Ci sarà modo, quindi, di parlare anche delle cosiddette ‘primavere arabe’ che hanno sconvolto la realtà sociale e politica di quelle Nazioni e che hanno avuto anche nel cinema un potente catalizzatore di emozioni e di racconti. Sarà, penso, una bella occasione per esplorare questa regione, che è così vicina a noi e magari ancora così poco conosciuta”.