PHOTO
È partito il concorso della 65. Berlinale con la nuova pellicola della regista catalana Isabel Coixet (La Mia Vita Senza di Me; La Vita Segreta delle Parole; Lezioni D’Amore), Nobody Wants The Night, con Juliette Binoche, l’attrice giapponese Rinko Kikuchi (Babel) e Gabriel Byrne. È la seconda volta che una donna inaugura il Festival di Berlino, dopo Margarethe von Trotta – esattamente vent’anni fa. Nelle parole della Coixet si tratta di un film che parla di "donne coraggiose e uomini ambiziosi che mettono in gioco tutto per amore e per la fama“. Il tipo di dramma storico per il quale il direttore del Festival di Berlino Dieter Kosslick ha più volte mostrato di avere un debole. “Donne forti in situazioni estreme“ così il Direttore del Festival ha descritto il tema centrale dell’edizione di quest’anno. In mente aveva senz’altro il film della Coixet.
Nobody Wants The NightNobody Wants the Night racconta la storia di Josephine Peary (Juliette Binoche), una donna coraggiosa e consapevole, ma all’ombra di un marito celebre, l’esploratore dell’Artico Robert Peary, forse il primo uomo ad aver raggiunto il polo Nord (la questione è dibattuta da decenni). La donna nel 1909 parte alla ricerca del marito. E quasi lo trova, a un passo dal punto più a nord della Terra. Il film della Coixet è avvolto dalla neve e dal vento e dalla notte. La Binoche consegna un’interpretazione efficace, tra le migliori, non ci sono dubbi, della sua carriera. “Ci sono alcuni motivi nel mio cinema che tornano ogni volta. Soprattutto il dolore e la perdita. Su questo comune denominatore ho costruito finora il mio immaginario. Due temi con i quali non mi stanco mai di lavorare”, così la regista. Il cinema di Isabel Coixet potrebbe anche essere definito un cosmo di sentimenti così forti da sembare poco umani. Sembra così diversa la Coixet dalle eroine dei suoi film, invece con loro condivide la tenacia e l’energia. Anche di portare a termine progetti complicatissimi come questo. Nobody Wants The Night, una coproduzione franco spagnola bulgara, è stato girato negli USA, in Giappone, nel deserto nordafricano, sul ghiaccio norvegese, e ogni volta con budget diversi. “Quando vuoi raccontare una storia, quando vuoi veramente realizzarla, devi trovare i mezzi, ma soprattutto i modi, per farlo. Ho guidato con una jeep sola nei posti più remoti del mondo. Ho girato con star internazionali quali Penelope Cruz e Ben Kingsley, ma anche documentari che mi hanno portato in capo al mondo per mesi e con due soli assistenti”. Proprio come Josephine. “Spero, e credo, che questo film raccolga in sé tutte le esperienze messe insieme nella mia carriera. E nella vita”.