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(Cinematografo.it/Adnkronos) - "Non bisogna avere paura dell'ignoto. C'è sempre una prima volta, nel cinema non si riproduce mai la stessa cosa e questo non mi fa paura: sono abbastanza curiosa, e trovo stimolante l'idea di non sapere cosa accadrà dopo".
Isabelle Huppert commenta così il Premio alla Carriera con il quale la Festa di Roma rende omaggio al suo grande talento, che le verrà consegnato stasera alle 18 durante l'Incontro Ravvicinato col pubblico dall'attore Toni Servillo.
Uno dei tanti esempi di questa ecletticità è l'aver preso parte ad un episodio di The Romanoffs, una serie televisiva antologica statunitense creata e diretta da Matthew Weiner, presentata ieri alla Festa del Cinema di Roma.
"Quello che mi ha spinto a farlo è stato l'incontro con Matthew - dice Huppert -. Quest'idea dei Romanoff era sorprendente, originale. C'è da sempre un alone segreto che aleggia su questa famiglia, un mistero che grava. Credo che lui abbia avuto voglia di speculare su tutte le domande che esistono su questa discendenza".
Nell'episodio, la Huppert dà vita al personaggio di una regista "particolarmente nervosa - così la definisce lei stessa- Il personaggio era molto divertente e mi sono divertita a interpretarlo". E sulla versatilità che contraddistingue la sua recitazione, rivela di sentirsi" vicina e al contempo non vicina ai personaggi che interpreto. Non vicina perché sono molto diversi da me, vicina a livello più intimo, segreto. Io non dico mai che un personaggio è l'opposto di quello che sono. Non è me stessa, ma ha qualcosa di me, dato che io lo interpreto".
Incalzata dalle domande dei giornalisti, l'interprete di Elle - che ha alle spalle una grandissima carriera teatrale, oltre che cinematografica - si sofferma sul rapporto fra teatro e cinema: "Devo dire che il teatro è diverso, perché obiettivamente più stressante rispetto al cinema -osserva- ma sono soddisfatta del mio percorso teatrale e del fatto di mischiare teatro e cinema". Il grande schermo risulta più semplice perché "le difficoltà al cinema sono risolte dalla regia - è la sua opinione- ho avuto la fortuna di lavorare con grandissimi registi. Non mi fa paura come attrice il cinema, al contrario ho fiducia perché credo che tutte le risposte vengano date dal semplice miracolo della regia".
Dei numerosissimi film che ha interpretato non ne rinnega nessuno ("Li amo tutti, certo Elle è stato un momento forte nella mia vita di attrice, e anche La pianista, ma ho avuto molta fortuna e non c'è un film che non avrei voluto fare"), perché consapevole che sia "la possibilità per gli attori di confrontarsi con se stessi, e non bisogna avere paura di questo. Noi attori dobbiamo cercare di essere noi stessi ed è il film che racconta la storia e la rende credibile".
C'è spazio anche per una considerazione sul cinema oggi. "Un film non necessariamente dà una risposta allo spettatore, a volte sollecita domande - dice -. Il cinema da anni ormai è una finestra sul mondo, sempre più politico, sempre più pieno di interrogativi. Per molto tempo è stato unicamente entertainment, oggi lo è ancora, ma dà qualcosa di più".
E di questo cinema, l'attrice ha tutte le intenzioni di continuare a far parte. "Tutti i film che non ho ancora fatto sono nascosti da qualche parte come stelle - conclude -. Ancora non li conosco, ma ci incontreremo presto".