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Forse ci voleva una sala dell’Auditorium per la presentazione di Politeama, il primo romanzo di Gianni Amelio. Lo spazio della libreria, alla Festa del Cinema di Roma 2016, era così angusto che tanta gente stava seduta per terra o si accalcava tra gli scaffali per sentire le parole del regista, nell’incontro moderato da Alberto Crespi.
“Il titolo è un omaggio alla sala dove sono nato come spettatore, ma il cinema questa volta non c'entra. Politeama è la vicenda immaginaria di un ragazzo ostinato e avventuroso, che supera con spavalderia ogni difficoltà che gli si para davanti, inseguendo un sogno quasi impossibile. In testa al libro ho voluto mettere una frase di Mark Twain, che descrive bene il mio rapporto con questa figura di adolescente pieno di energia: Eravamo gemelli. Da piccoli uno di noi due è annegato. Ma non ho mai saputo se era lui o ero io. Sicuramente è lui che attraversa con passo veloce la sua adolescenza, e io la racconto come fossi sott’acqua”. Così Gianni Amelio introduce Politeama, da poco nelle librerie, edito da Mondadori.
Il romanzo di Gianni Amelio, PoliteamaIncalzato dalla curiosità del pubblico, Amelio non è avaro di aneddoti e confessioni: si sente che questo romanzo lo ha scritto con lo spirito del vero narratore. “Non è una sceneggiatura pubblicata perché non sono riuscito a farne un film. Politeama è nato come romanzo e tale resterà. Se qualcun altro vuole portarlo sullo schermo, lo faccia pure, ma non sarò io. È un libro molto esplicito, una volta si sarebbe definito scabroso, e gli si addice molto più l’immaginazione del lettore che non la visione nuda e cruda dei fatti, come accade in un film”.
Una signora che ha già letto il romanzo ed è venuta per avere la dedica, interviene un po’ intimidita e ha quasi le lacrime agli occhi. Dice che lo ha letto tutto d’un fiato e che, soprattutto negli ultimi capitoli, non ha potuto trattenere la commozione. “Anch’io mi sono commosso parecchio scrivendolo: i personaggi, soprattutto quelli femminili, li ho raccontati come persone che ho conosciuto davvero e di cui conservo un ricordo struggente. Quando si scrive, è difficile mantenere il distacco che si ha nel fare un film, dove si è circondati da decine di persone e si segue una disciplina tecnicamente molto diversa”.
Un’altra lettrice domanda se c’è un rapporto tra Luigino, il protagonista, e qualche personaggio di un suo film. “Sì, Luigino ha qualcosa della ragazza de Il ladro di bambini, che parte da una situazione drammatica, ma trova il riscatto col suo carattere di donna che non si lascia abbattere dai colpi del destino”.
Intanto Politeama ha già convinto i critici più severi: D’Orrico, Augias e Cordelli lo hanno coperto di elogi. E la quantità di dediche dell’altra sera ha messo a dura prova la mano destra di Gianni Amelio.