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“Noi collaboriamo fin dall’inizio. Scriviamo il film insieme, pensiamo alla sceneggiatura, scegliamo gli attori, ma non abbiamo un metodo definito. Non siamo come i fratelli Taviani, che decidono prima chi deve girare una sequenza. Loro sono molto più organizzati di noi. Nel nostro caso, sul set uno sta dietro la macchina da presa e l’altro controlla dal monitor”. Jean-Pierre e Luc Dardenne presentano La ragazza senza nome alla serata inaugurale della ventesima edizione del Tertio Millenio Film Fest, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo. Alle 18, presso la Sala Trevi c’era stata pre-apertura con la proiezione della versione restaurata di Processo alla città di Luigi Zampa.
Davide Milani, Presidente FEdS, con i Dardenne e l'interprete @Karen Di Paola“Credo che la responsabilità dei nostri gesti sia prima di tutto individuale, perché ormai tutti si sentono innocenti e nessuno colpevole. Qui parliamo di una richiesta d’aiuto che non è stata accolta: una donna ha suonato alla porta, e nessuno le ha aperto. La nostra protagonista non ha attenuanti”. Luc Dardenne condanna la bella dottoressa Jenny, che una sera non risponde alla chiamata di una ragazza in pericolo. Lo studio è chiuso, e non si apre oltre l’orario prestabilito. Il giorno dopo, la polizia avverte Jenny del ritrovamento di un corpo nelle vicinanze, e il senso di colpa si trasforma in ossessione. A seguire interviene il fratello Jean-Pierre: “Siamo circondati da persone senza nome, quindi il desiderio di Jenny è legittimo. Lei vuole che la morte diventi un atto pubblico, in un mondo in cui l’immigrazione distrugge ogni identità”.
La dottoressa non può aspettare che la giustizia segua il suo corso, e “in qualche modo deve andare avanti. Comincia a investigare come se fosse un poliziotto, abbandonando completamente la sua vita privata. Non aveva senso raccontare di un fidanzato o di un parente, perché si sarebbe perso il focus sulla tragedia. Jenny è un essere umano e può sbagliare, ma poi come tutti deve convivere con i suoi demoni. I silenzi del film sono la voce della coscienza della protagonista, che mette a tacere i propri sentimenti per uno scopo più alto: la ricerca della verità”, dice Luc Dardenne.
I fratelli belgi con il critico della Rivista del Cinematografo Federico Pontiggia, @Karen Di PaolaInfine il fratello Jean–Pierre rivela la loro fonte d’ispirazione: “Non siamo noi a scegliere cosa raccontare, ma sono le storie a scegliere i loro narratori. Facciamo un tipo di cinema che cerca di guardare il mondo dritto negli occhi. In passato siamo rimasti folgorati dal grande Rossellini, e abbiamo capito che noi dovevamo seguire le sue orme”. La ragazza senza nome uscirà nelle sale italiane giovedì 27 ottobre distribuito da BIM.