PHOTO
“Ho deciso di fare questo film dopo le elezioni presidenziali di qualche anno fa” svela Thomas Kruithof, regista di Les promesses, che apre la sezione Orizzonti di Venezia 78.
“Volevo fare – continua – un film sul coraggio politico. Con Jean-Baptiste Delafon siamo riusciti a passare dalla teoria alla pratica. Il progetto era quello di raccontare l’energia della politica locale attraverso l’operato del sindaco di una banlieue, una figura che ha una posizione centrale all’interno della scacchiera politica”.
“La città di cui si parla nel film – gli fa eco Delafon – assomiglia molto ad alcune città della regione parigina. Siamo partiti da una vecchia sceneggiatura, l’abbiamo smontata, ricostruita e integrata con gli elementi di un lungo lavoro di ricerca. Volevamo evitare di fare un documentario, ma ci siamo ispirati a fatti accaduti realmente”..
Les promesses è la storia di Clémence, una impavida sindaca dell'hinterland parigino in scadenza di mandato, che, insieme al suo fedele braccio destro Yazid, ha combattuto a lungo per questa città afflitta da povertà, disoccupazione e padroni di topaie privi di scrupoli. Quando le viene offerta la prospettiva di diventare ministro, la sua ambizione prende il sopravvento.
Al centro della storia, Clèmence, una sindaca di periferia: “Occupa il gradino più basso del potere – spiega Kruithof – e si misura con i problemi quotidiani dei cittadini: è mosso dalla necessità di dare concretezza all’azione politica. In quei contesti la politica non ha l’obiettivo di conquistare potere ma cerca di capire come cambiare la vita delle persone tenendo conto delle loro necessità”.
Protagonista del film, Isabelle Huppert: “La sceneggiatura mi è sembrata interessante perché, a differenza di altre opere sul tema, non è ‘western’ sulla politica. È un film che fa vedere l’evoluzione di due persone che vogliono promuovere il cambiamento in una piccola città, interessandosi alle persone e ai loro sogni”.
Credits 2021: 24 25 FILMS; WILD BUNCH; FRANCE 2 CINEMA; ELLE DRIVER“Non sono affascinata dalla politica – rivela la diva francese – ma tutto è politica: non si può sfuggire, perché la politica è uno sguardo sul mondo. Ed essere politici è qualcosa che ha a che fare con i sentimenti. Purtroppo le persone si lasciano imprigionare dalla competitività e questa è un’immagine che fa parte del film: di Clémence mi piace la sua fragilità umana che la porta a farsi domande su se stessa”.
Al suo fianco, nel ruolo del capo dello staff, Reda Ketab: “Volevamo raccontare questa storia senza grande chiasso, per trovare l’intonazione giusta. È stato un piacere lavorare con Isabelle: abbiamo ballato seguendo passi diversi ma in totale armonia”.
È un film sull’impegno delle donne in politica? Huppert è categorica: “Non c’è questo prisma. I protagonisti sono legati dall’interesse per la cosa pubblica”.