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Seconda giornata del Lecco Film Fest, in Piazza Garibaldi incontro con il regista Giorgio Diritti, intervistato da Federico Pontiggia, critico della Rivista del cinematografo.
Si parte da Volevo nascondermi, programmato in serata, subito dopo l’incontro. Un film che, osserva Diritti, «ha visto Elio Germano premiato come miglior attore protagonista alla Berlinale 2020, ha vinto 7 David di Donatello ed è stato un trionfo di critica e di pubblico. Anche se purtroppo è stato condizionato nel suo percorso dalla pandemia, visto che la sua uscita è stata interrotta dal primo lock down».
Da dove nasce l’amore per Ligabue? Dalla sensazione ricevuta da uno sceneggiato televisivo con Flavio Bucci che mi è rimasta dentro. Poi mi è capitato di vedere i luoghi dove è vissuto, di conoscere persone che l’hanno conosciuto. Era un pittore eccentrico protagonista di una storia straordinaria. Nonostante le sfortune è riuscito a riscattarsi grazie all’arte. Parabola per raccontare due elementi: possibilità di ogni uomo di realizzare se stesso grazie a ciò che ama di più e poi una storia che ci racconta la diversità.
Lecco 30 Luglio 2021, ITALY.Lecco Film Fest 2021
In the pictures: Incontro con Giorgio Diritti
© Stefano MICOZZI
Non è un film sull’artista ma sull’uomo. Come ci sei riuscito? Grazie a un rapporto affettivo con Ligabue. Anch’io mi sento un po’ Ligabue. Anche il mio percorso è un po’ anticonvenzionale, ho seguito Fellini, Olmi, Avati come fossero una bottega di formazione.
Citi Fellini, Olmi, Avati… Sì, sono questi i miei riferimenti. Tutto quello che ho fatto l’ho fatto in modo istintivo. Noi tutti siamo legati a qualcosa che ci ha emozionato. Fare casting con Fellini, lavorare sul set con Pupi hanno rappresentato sempre grandi emozioni.