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“Al cinema si può parlare di qualsiasi cosa. L’importante è che ci sia la giusta empatia con i personaggi”.
Olivier Assayas presenta in concorso a Venezia 75 Doubles vies (Non Fiction), commedia che segue la vicenda di Alain (Guillaume Canet), un editore parigino di successo che fatica ad adattarsi alla rivoluzione digitale. Nutre seri dubbi di fronte al nuovo manoscritto di Léonard (Vincent Macaigne), uno degli autori con i quali collabora da lunga data, trattandosi dell’ennesima opera autobiografica che prende spunto dalla sua relazione con una celebrità di secondo piano. Selena (Juliette Binoche), moglie di Alain e affermata attrice teatrale, è del parere opposto.
“Credo che se si vuole fare un film di idee, sul presente, vada fatto in modo umano. Qui la riflessione è su tutti gli aspetti della società, la trasformazione operata dalla rivoluzione digitale è una cosa che ha le stesse conseguenze in tutte le culture. Mi sono concentrato sul background del mondo delle case editrici perché la differenza è più netta tra le opere stampate e quelle digitali”, dice ancora Assayas, come sempre parlando in un ottimo italiano.
E la riflessione prosegue anche sull’aspetto delle relazioni umane: “C’è qualcosa di eterno nelle relazioni umane, regolate però oggigiorno anche dagli inevitabili cambiamenti del contesto intorno ad ognuno di noi. Cambia la nostra percezione dell’ambiente e comunichiamo in modo differente, nel film volevo discutere degli effetti sulla società ma di come, allo stesso tempo, i sentimenti tra le persone rimangono invariate”.
Tra i protagonisti del film, Guillaume Canet si dice “preoccupato di alcuni risvolti che la rivoluzione digitale ha apportato all’arte: vedere un film su un cellulare, ad esempio, con il suono tutto compresso, dopo che magari c’è stato un duro lavoro dietro, mi fa un po’ paura. Mi spaventa questa fruizione fast-food delle opere d’arte, mi preoccupa che non si viva pienamente un film o un libro”, spiega l’attore, che sul film di Assayas aggiunge: “Era da tanto che non giravo un film con così tanto testo, con i dialoghi fittissimi. È stato un po’ come tornare agli anni del teatro”.
Tanto testo, dialoghi fitti, ma da salvaguardare era la spontaneità degli attori: “Per me è fondamentale che sia così – dice il regista – perché voglio che continuino a muoversi in piena libertà”.
Movimento continuo, come la trasformazione del cinema stesso: “Già nei primi anni ’90 la digitalizzazione del suono ha cambiato il modo di fare i film, per non parlare del nuovo modo di concepire la postproduzione. Poi è cambiata la circolazione dei film, in modo inimmaginabile. Questa rivoluzione non è certo terminata: cambierà sempre il modo di realizzare e il modo di fruire i film”, conclude Assayas.
Non-Fiction uscirà in Italia a gennaio 2019 distribuito da I Wonder Pictures.