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(Cinematografo.it/Adnkronos) – "Abbiamo riso moltissimo in questo che è un omaggio al nostro mestiere e non vuole essere assolutamente una mancanza di rispetto". Penelope Cruz, al suo secondo ruolo da protagonista nel concorso della Mostra del Cinema di Venezia, spiega lo spirito con cui lei e i coprotagonisti Antonio Banderas e Oscar Martínez, si sono calati nei personaggi di 'Competencia oficial' (letteralmente 'competizione ufficiale' o 'in concorso', appunto), il nuovo film della coppia di registi argentini Mariano Cohn e Gastón Duprat, che è un racconto ironico di meta-cinema.
Il film prende le mosse dalla volontà di un uomo d’affari miliardario di produrre un film che lasci il segno. Per riuscirci, vuole assumere i migliori: un cast stellare formato dalla famosa regista Lola Cuevas (Cruz), pazzoide quanto geniale, e da due rinomati attori, entrambi di enorme talento, ma con un ego ancora più grande: Félix Rivero (Banderas), attore hollywoodiano, e Iván Torres (Martínez), illustre interprete del teatro radicale. Entrambi delle leggende, ma non proprio in buoni rapporti. Attraverso una serie di sfide sempre più eccentriche lanciate da Lola, Felix e Iván devono confrontarsi non solo l’un l’altro, ma anche con il loro lascito artistico. Un film che strappa risate di gusto a scena aperta, soprattutto tra gli addetti ai lavori, perché nei tic e nelle smanie attribuiti ai personaggi c'è molto di verosimile.
"È stato molto divertente interpretare questo personaggio molto intelligente ma anche un po' pazza. Nel nostro mestiere - ammette Penelope Cruz - gli esercizi del corpo e della mente per prepararsi alla parte li abbiamo fatti e li abbiamo visti fare ma certo magari non invadendo gli spazi degli altri. Quando ho fatto 'Non ti muovere' ho passato settimane senza depilarmi e con i denti neri e qualcuno della mia famiglia era preoccupato. Una volta un'amica attrice mi ha raccontato che un regista le ha chiesto di andare dallo psicologo per preparare il film e in realtà quando lei è andata ha trovato il regista stesso in un altro contesto".
"Abbiamo giocato e riso molto e questo è importante perché in questo momento la risata è qualcosa di sovversivo. In realtà il film analizza il successo, l'invidia e la competizione. Questo film è una sorta di lente d'ingradimento con cui guardare questi aspetti", sottolinea Banderas, che poi avverte "se il personaggio dell'attore latino che ha sfondato ad Hollywood fosse stato molto simile a me non lo avrei fatto. Io non sono così, anzi. Il narcisismo non è solo quello di chi si guarda sempre allo specchio per vedere quanto è bello, c'è anche il narcisismo intellettuale che è forse anche più insinuante. Dovremmo fare un sequel magari ambientato nei grandi saloni della mostra di Venezia, che dovrebbe includere anche i giornalisti e allora lì ci sarebbe da divertirsi", scherza Banderas.
credits: Manolo Pavon"Da un po’ di tempo - racconta il regista Mariano Cohn - volevamo fare un film con Penélope Cruz e Antonio Banderas. Alla fine, ci siamo incontrati a Londra per scambiarci delle idee e abbiamo condiviso con loro il seme di ciò che sarebbe diventato l’asse portante di Competencia oficial. Ci serviva un terzo protagonista e abbiamo chiamato Oscar Martínez, che aveva già partecipato a un nostro film, El ciudadano ilustre, e il cui lavoro piaceva molto a Penélope e Antonio". E Martinez confessa: "Ci siamo divertiti così tanto che a volte abbiamo dovuto interrompere le riprese per le risate".
Per Gastón Duprat "il film, in fin dei conti, parla della visione degli autori". "Ci sono molti esempi cinematografici che mostrano come si fa un film, i problemi di produzione e le difficoltà che comporta la realizzazione di un progetto. Ma la cosa più unica in un film è quello che gli attori riescono a suscitare: farci piangere, farci ridere, generare emozioni. Il film indaga questa relazione complessa e straordinaria, solitamente nascosta alla vista del grande pubblico", conclude.