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Castiglione Cinema 2019 riflette sull’eroismo moderno e contemporaneo, dentro e fuori dal grande schermo. A tal proposito, dibattono gli ospiti Antonia Truppo (Lo chiamavano Jeeg Robot, Indivisibili), Oscar Di Montigny (manager di Banca Mediolanum e autore, per Mondadori de Il tempo dei nuovi eroi) e la giornalista di TV2000 Paola Saluzzi.
Esordisce proprio quest’ultima, mediatrice dell’incontro: “L’eroismo è anche cercare di individuare la strada migliore, una ricerca del valore etico di per sé, fare qualcosa di bene per gli altri” afferma, e si interroga, “Come si fa?”.
Risponde intanto Oscar di Montigny, il cui libro ha dato il nome all’appuntamento: “Viviamo in un tempo molto particolare, mai come prima d’ora nella Storia dell’Uomo il singolo ha rivestito un ruolo tanto influente e incidente sul tutto” afferma e, interrogato su quali supereroi preferisca, commenta: “Ci tocca renderci conto che Superman, Spider-Man, e Batman non esistono. O meglio, possono esistere dentro di noi. Non è più il tempo di delegare agli altri le nostre responsabilità”.
Anche Antonia Truppo che, oltre ad aver conquistato due David di Donatello consecutivi, è anche madre di due bambini, non gradisce troppo i supereroi canonici. Argomenta, invece, sul suo ruolo, eroico e quotidiano insieme, di genitore: “È una grande responsabilità, che va al di là del singolo e delle sue difficoltà. I miei figli mi hanno cambiato la vita, restituendomi una dimensione di me stessa che loro contengono a loro volta, una versione ancorata a terra”.
Invece che ne pensa degli eroi di tutti i giorni Oscar di Montigny, che confessa di avere una predilezione per la leggerezza sognatrice di Peter Pan e la generosità di Robin Hood? “Ognuno di noi” risponde, “deve capire cosa fare per essere parte della soluzione dei nostri grandi problemi contemporanei, ambientali, sociali e umani. Bisogna fare un salto di consapevolezza, ora tocca a noi”.
È lo stesso concetto alla base del suo libro, Il tempo dei nuovi eroi: “Tutti esprimiamo una ‘misura’ per gli altri, misura che in latino si traduce ‘modulus’, da cui deriva infatti il nostro concetto di ‘modello’: un riferimento”.
Antonia Truppo, insignita del Premio Castiglione Cinema per i meriti dimostrati nella settima arte, ha poi presentato Indivisibili e chiacchierato con il pubblico in sala di cosa le riservi il futuro.
In primis, è in arrivo Il mio corpo mi seppellirà, un western al femminile ambientato nel 1860 di Giovanni La Pàrola, contemporaneo al movimento per l’unità di Italia. Protagoniste “quattro brigantesse” dice l’attrice, “delle partigiane ante litteram”.
Poi “un film di Mario Martone su Eduardo Scarpetta, il padre dei tre De Filippo, ancora in fase di scrittura” e infine, più in là, “un film scritto insieme al mio compagno regista, prendendo spunto dalla mia vita”.
Chiamato emblematicamente Piano piano, il progetto ha ottenuto già dei finanziamenti e potrebbe quindi, un domani, diventare realtà. “Dopo Lo chiamavano Jeeg e Indivisibili,” commenta Antonia Truppo, “ho la grande ambizione di restare indipendenti, nella produzione e nelle scelte, anche di questo film”.