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A Castiglione Cinema 2019, Fondazione Ente dello Spettacolo riconferma la sua attenzione verso un tema quanto mai importante nel cinema: la parità di genere. Entra subito nel merito dell’incontro pubblico, la giornalista e moderatrice, Tiziana Ferrario, dati alla mano: “Il fondo monetario internazionale spiega che molti paesi vedrebbero aumentare il proprio PIL se dessero pari opportunità a uomini e donne, fino al 35% in più”.
E aggiunge: “Anche la Banca d’Italia afferma che se ci fosse una maggiore occupazione femminile, il nostro PIL salirebbe del 7%. Dati importanti, specie per crisi economica. Il World Economic Forum ha stilato una classifica di paesi per parità di generi: ai primi posti l’Islanda, e il Nord Europa, l’Italia è al 70° posto”.
Interviene a questo punto la regista Antonietta De Lillo (Il resto di niente, Il signor Rotpeter): “Abbiamo costituito un’associazione, Women in film, TV & Media e, a partire dal Festival di Venezia, espresso il desiderio di essere 50% e 50% tra uomini e donne nei lavori del grande schermo, entro il 2020. Tutti i festival, italiani e europei, hanno sottoscritto questo proposito”
La problematica non si limita al cinema, ma colpisce anche l’ambito della critica. A proposito, la giornalista Paola Casella: “C’è grande maggioranza di critici uomini. Ci sono tante donne, ma è difficile trovarne che rappresentino le testate più grandi. Sulle riviste di target femminile ci sono penne maschili e femminili, mentre non accade il contrario su riviste di target maschile.
A rappresentare il giornalismo, anche la critica Marina Sanna: “Il problema non è solo italiano ma mondiale. Nella percentuale di film che vengono da registe nel mondo è esigua. È molto difficile vederli adeguatamente rappresentati ai festival e ovunque”.
Replica l’attrice Isabella Ragonese (Il giovane favoloso, Sole cuore amore): “Da spettatrice o da lettrice, spesso faccio il gioco di tradurre al femminile film e libri. È interessante pensare a come la vita di una donna è una fonte di tantissime storie da raccontare”.
E prosegue: “In un’epoca di individualismo bisogna capire quali lotte fare insieme, al di là degli episodi specifici. Per anni le donne hanno avuto ruoli accessori nei film. Raccontare da un punto di vista femminile apre molte possibilità e non esclude affatto l’immedesimazione maschile”.
Dov’è, quindi, il blocco discriminante? Secondo Antonella De Lillo, “nell’inserimento nel cinema commerciale. Le donne vengono viste con sfiducia quando, invece di assecondare il sistema, si trovano a definirlo”.
Isabella Ragonese ha poi presentato in sala Sole Cuore Amore di Daniele Vicari e, ultimo ma non meno importante, ha conquistato il Premio Castiglione Cinema, consegnatole dal Monsignor Davide Milani per i meriti dimostrati nell’esercizio, brillante, della settima arte.