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Un incontro intenso, quello che si è svolto tra Werner Herzog e la stampa presente al Biografilm, dove il grande regista ha ricevuto il Celebration of Lives Award 2019.
Autore di capolavori come Fitzcarraldo, Aguirre furore di Dio, Nosferatu e L’enigma di Kaspar Hauser, Herzog si è soffermato sui due titoli che sono in programma nella manifestazione bolognese, FAMILY ROMANCE, LLC, presentato in anteprima italiana e MEETING GORBACHEV, realizzato insieme al documentarista britannico André Singer, distribuito in autunno da I Wonder Pictures/Unipol Biografilm Collection, in occasione del trentennale della caduta del muro di Berlino.
Il primo, girato in Giappone, mette in scena le vicende di un uomo che viene ingaggiato per impersonare il padre di una ragazzina di dodici anni, toccando quindi il tema dei rapporti umani in un contesto di confine tra realtà e finzione.
“È un film che ha un impatto molto forte sul pubblico” ha esordito il regista “e viene recepito subito perché tratta della solitudine esistenziale che non è sentita solo in Giappone ma ovunque. È un qualcosa che è legato ai costanti cambiamenti della società: oggi su Facebook o su altri social network si possono avere 2000 amici che però sono amici immaginari, fittizi. Poi il film affronta anche il fenomeno delle fake news che però non è nuovo, ciò che è nuovo è che oggi una notizia falsa si diffonde molto più rapidamente, praticamente in pochi secondi. Sul rapporto tra realtà e finzione devo dire, però, che nel film c’è una vera messa in scena e ogni scena è recitata. Si tratta di illusione e tuttavia le emozioni sono genuine, autentiche, hanno a che fare con le emozioni di ciascuno di noi. Accade anche con l’intelligenza artificiale: tempo fa mia moglie ha assistito al MIT, il Massachusetts Institute of Technology, ad una dimostrazione con una nuova generazione di robot che sanno leggere le nostre espressioni facciali e reagire di conseguenza più di quanto non sappia fare ciascuno di noi. Lei sosteneva che non sarebbe stata impressionata e invece, dopo cinque minuti, si era già innamorata!”
Il film-intervista su Gorbaciov affronta, tra gli altri, un tema molto caro ad Herzog che è quello della caduta del muro di Berlino. “Far cadere quel muro e riunificare il mio paese e le sue culture poteva essere fatto solo da un poeta. Come atto simbolico, dopo la caduta, io ho percorso in lungo e in largo la Germania a piedi, nessuno dei miei amici, nessun tedesco lo aveva fatto prima. Gorbaciov lo sapeva ed ecco perché ha risposto con grande gentilezza, anche lui era stato un grande camminatore”.
Sulla resistenza di Gorbaciov ad affrontare temi di attualità: “È stato subito chiaro sul fatto che non voleva parlare della politica di oggi perché è effimera. I suoi risultati sono invece monumentali, oggi non esiste nessuno della sua statura”.
Nel film emerge una figura tragica, confermata anche dalla poesia che l’’ultimo segretario generale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica recita alla fine del film. “Lui è consapevole che parte della popolazione russa lo considera un traditore, in quanto ha creato i presupposti per la fine dell’impero sovietico che comunque non avrebbe potuto essere tenuto insieme da nessuno, nemmeno da Putin. Ma è tragico anche perché non è riuscito a portare a termine la missione che si era dato. Ma come essere umano esprime il massimo dell’umanità che un uomo possa avere, quando lo senti parlare della morte della moglie viene da piangere anche a te!”.
Non è stato facile realizzare il film. “Gorbaciov è molto anziano e con uno stato di salute cagionevole. Ho avuto tre incontri con lui e ogni volta arrivava e ripartiva in ambulanza. Il tempo era sempre limitato e io temevo di stancarlo e di provocargli dolore. Potevo intrattenermi con lui per un’ora, solo una volta siamo riusciti ad arrivare ad un’ora e mezza. Avrei voluto dargli metà della mia buona salute e metà della mia energia.”
Gorbaciov ha visto il film “e ha detto che è di gran lunga il miglior film mai realizzato sulla sua figura. Anche l’accoglienza in Russia è stata affettuosa e calorosa, il segnale forse di un mutamento dell’opinione pubblica su di lui!”.