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Il premio FIPRESCI della critica internazionale va a Synonymes dell’israeliano Nadav Lapid in competizione e a Dafne di Federico Bondi, presentato invece nella sezione Panorama del Festival di Berlino 2019.
La giuria composta da Rita di Santo (UK), Orlando Margarido (Brasile), José Romero (Perùu), Salome Kikaleishvili (Georgia), Angelika Kettelhack (Germania), Massimo Lechi (Itaia), Eithne Mary O’Neill (Francia), Suncica Unevska (Macedonia del Nord), Ricardo Brunn (Germania) nella motivazione esprime particolare riconoscimento “per il ritratto toccante e profondamente umano di Carolina Raspanti".
Il film di Bondi ha davvero illuminato non solo Panorama, ma l’intera Berlinale. Dafne è una giovane donna down che perde la madre ed intraprende un viaggio fisico e spirituale con suo padre, alla riscoperta del proprio rapporto.
L’interpretazione di Carolina permette un focus sulle risorse della diversità, senza limitare il film a un approfondimento del tema del tema della diversità fisica. Incontrato a margine della premiazione, il regista fiorentino ha detto: “Dafne è anche un invito ad abbandonare l’atteggiamento rigido del pregiudizio e sentimenti come la paura o la compassione davanti al “diverso”, grazie soprattutto all’ironia. Con una commistione di generi e senza trasformare la disabilità in tema d’intrattenimento, Dafne è un dramma in chiave di commedia, una “dramedy” a basso budget ma rivolta a un pubblico più vasto possibile.
“Credo di aver dato un contributo a quel cinema del reale che io amo, libero e disorientante, che sappia restituire dignità e umanità ai personaggi, esprimere il dettaglio e l’intensità della vita, capace per questo di scuotere le coscienze e operare anche solo un piccolo cambio di prospettiva nello spettatore, qui sospeso tra il riso e il pianto”.