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“Malefica è riluttante nel credere di potersi occupare di Aurora, si mette molto in discussione, è l’aspetto in cui è meno sicura di sé, l’essere una madre” dichiara Angelina Jolie, di nuovo nei panni della ‘strega cattiva’ della bella addormentata nel bosco. “Tuttavia”, aggiunge l’attrice, “la maternità è ciò che le salva la vita, perché le dà equilibrio, ciò che le serve di più”.
Maleficent: Signora del Male, nei cinema dal 17 ottobre, è il seguito del film del 2014 che rivisita la celebre fiaba dal punto di vista del villain. Un secondo capitolo con importanti ampliamenti nel cast, come Chiwetel Ejiofor e, soprattutto, Michelle Pfeiffer nei panni della Regina Ingrith.
Maleficent - Signora del male“Ingrith è madre di tutto il suo regno, responsabilità che si assume completamente” argomenta l’attrice. “Ha fatto un voto e lo rispetta a ogni costo, un leader deve fare sacrifici per il bene superiore”. E prosegue: “Cerco sempre di trovare l’umanità in ogni personaggio, la Regina ha una grande oscurità in sé, ma in fondo è umana”.
Il rapporto Jolie-Pfeiffer, o Malefica-Ingrith, è ciò che porta avanti la tensione del film. Ma c’è anche Aurora, di nuovo col volto (cresciuto) di Elle Fanning. Cosa ne pensa Jolie, madrina nella storia e sul set? “In fase di preparazione, avevamo pensato che Aurora potesse essere più dura, prendere una spada e combattere lei stessa. Ma non sarebbe stato giusto, ci sono molte forme di forza e lei ne incarna una diversa, non combatte fisicamente ma è la più forte di tutti, in un altro modo”.
Maleficent: Signora del Male, in fondo, è anche un film sulla maternità. “Credo che la famiglia non sia solo quella di sangue” commenta ancora Angelina Jolie. “Sono stata fortunatissima nel costruirmi una famiglia, da cui ho imparato tantissimo. È una questione importante e voluta, nel film, la sfida tra Malefica e Ingrith su questo punto”.
“Parlare di ‘vera madre’ o ‘vera figlia’ è sintomo di ignoranza” aggiunge Michelle Pfeiffer, “ma si sente spesso là fuori e ogni volta fa male. Per questo nel film ho cercato di essere più ignorante possibile”.
Michelle Pfeiffer - Foto Karen Di PaolaLe due attrici incontrano anche un pubblico di giovani e giovanissimi, dagli 8 ai 24 anni, in occasione di una Masterclass d’eccezione per Alice nella Città, cui Maleficent: Signora del Male fa da film di preapertura.
Alla domanda di un bambino su qualche possibile consiglio a chi vorrebbe fare, in futuro, il loro mestiere, Jolie suggerisce di “tenere sempre a mente chi sei, cosa rende unico te e te soltanto, senza provare a essere qualcun altro”. Anche Michelle Pfeiffer si unisce al coro, suggerendo di “essere resiliente e sfuggire alle etichette che il mondo tende ad affibbiare”.
Il film, d’altronde, è diretto a molte fasce di pubblico, tra cui quella dei più piccoli è privilegiata: “Siamo sempre più forti quando accettiamo le nostre diversità” sottolinea la Jolie, “e sotto sotto sappiamo di essere speciali, ognuno a modo suo. Anche in tema di ambiente, c’è non solo ignoranza ma anche avidità ben calcolata: non sapere niente sulle popolazioni indigene di certi territori ti permette di trattarle come solo business. Spero che i giovani colgano questo messaggio: non per forza lasciare tutto alla natura, ma crescere insieme e in maniera responsabile”.
E Michelle Pfeiffer, in chiusura: “Moltissime volte nella vita ti viene detto di ‘essere buono’, senza nemmeno sapere cosa vuol dire. Per questo il film mi ha colpito tanto, tratta la complessità dell’essere umani”.