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“Punta Sacra è un posto di Roma con un impatto visivo pazzesco. La realtà lì è davvero complessa e io ho voluto scardinare un pregiudizio guardando le cose da vicino”. Così la regista Francesca Mazzoleni alla presentazione del suo Punta Sacra, in concorso ad Alice nella città e prossimamente in sala, già premiato come miglior film al Vision du Reel.
Il film racconta la vita della comunità dell’Idroscalo di Ostia oggi composto da cinquecento famiglie. Su tutte quella di Franca, a capo di una famiglia completamente al femminile, e anche quella del cantante Yuri Ramos Hidalgo.
Quel luogo è per loro la propria casa. Per decenni l’Idroscalo è stato solo associato alla morte di Pasolini, al degrado e ai racconti criminali, ma è anche, e soprattutto, il luogo di una comunità. Una punta di terra, che si forma dove il Tevere incontra il mare, e dove le persone resistono lottando quotidianamente contro il rischio della demolizione, la forza distruttrice della natura e il mondo degli interessi commerciali. Tutte ombre che circondano e si contendono questa fragile terra.
“La famiglia di Franca mi ha accolto subito- racconta la regista-. Mi hanno spiegato la loro lotta all’Idroscalo. Quando ho messo piede per la prima volta lì avevo un punto di vista neutro. Anzi, avrei voluto delle situazioni un po’ più crude, ma invece tutto è stato molto poetico”.
“Qui le donne sono guerriere. Ogni giorno lottiamo e ci battiamo per i nostri diritti. Noi siamo una grande famiglia che lotta. Punta Sacra è lotta, fratellanza, una vera comunità di persone oneste che affrontano la vita con dignità. Siamo l’ultima borgata di Roma, qui finisce Roma, io sono romana”, dice Franca Vannini.
Punta Sacra - Silvia Fontana, Assunta Saliola, Giulia Eleuteri BersantiMa come si vive da “custodi, più che da proprietari”? “Più che custode io mi sento proprietario. La causa dell’Idroscalo è in linea con la mia musica. Ho raccontato la mia realtà. Noi siamo proprietari delle nostre case perché è nostro diritto avere un tetto sulla testa. Io voglio aiutare la comunità dell’Idroscalo: sogno di migliorarlo, non di andarmene”, risponde il cantante Yuri Ramos Hidalgo.
E Silvia Fontana, la nipote di Franca, dice: “Noi abbiamo diritto di avere una casa, come chiunque, e non ci devono essere discriminazioni solo perché siamo in un posto isolato di Ostia. Francesca è riuscita a non farci sentire la presenza della macchina da presa. Siamo stati molto naturali e siamo riusciti a far conoscere l’Idroscalo: un posto speciale, dove le famiglie combattono con dignità e coraggio per la propria casa”.
Tutto è sempre in bilico tra l’abusivismo e la necessità, tra la legalità e la lotta. “Sono due termini che andrebbero appaiati- dice la regista-. Si dovrebbe parlare di abusivismo di necessità. Tutti hanno bisogno di una casa. Molti hanno ricevuto dei condoni. All’Idroscalo non è successo però poteva succedere e sarebbe diventato un bel borghetto, che è la speranza della comunità. Voglio essere ottimista e spero che questo luogo venga aiutato e che non sia più isolato. Non ci sono motivi, se non interessi sulla zona, perché questo posto non possa rimanere così come è e come è stato per sessant’anni. Nella realtà non c’è il rischio di esondazione e non ci sono pericoli ambientali. I motivi reali di questi sgomberi sono altri”.
“E’ una comunità inusuale. Mi piacerebbe che il film fosse visto da chi ha potere decisionale su questa zona, come la sindaca Raggi o la presidente del X municipio. Ha un’anima e una storia da raccontare che va oltre la sua immagine stereotipata. Si parla di Roma, è la faccia di Roma sul mare”, conclude il produttore Alessandro Greco di Morel Film.
Nel film anche le musiche originali di Lorenzo Tomio.