PHOTO
“Lo smart working è una grande trappola che rischia di riportarci nel tinello” afferma l'europarlamentare Alessandra Moretti, intervenuta allo Spazio FEdS nel corso del dibattito “Becoming mainstreaming: le pari opportunità ai tempi del Covid19”, iniziativa nell'ambito del progetto "About Women".
"La quarantena sembra aver rafforzato alcuni stereotipi di genere, per esempio quello che vede le donne impegnate nella cura della casa e dei figli. La situazione per le donne è difficile , con le scuole chiuse da marzo. Siamo a un punto di svolta : il 2020 è l’anno zero delle donne, l’anno in cui rischiano di tornare indietro di un secolo. Ecco perché dobbiamo puntare ancora di più sul sostegno all’occupazione femminile , rischiamo di perdere molti talenti. La parità di genere deve attraversare tutti gli ambiti della società , essere trasversale e non un "club per signore'".
Il confronto, moderato dalla giornalista e scrittrice Tiziana Ferrario, ha toccato tanti temi, cinema compreso. Marina Sanna, vicedirettore della Rivista del Cinematografo e membro del comitato di selezione della Mostra di Venezia: "Quest’anno ci sono otto donne in gara, di cui 2 italiane. Non era mai successo prima. Tutto parte dal talento, non si può fare discriminazione in base al genere. Quest'anno abbiamo visto più bei film diretti da donne. La serata d’apertura, con la madrina Anna Foglietta, la presidente di giuria Cate Blanchett e il Leone d'oro alla carriera Tilda Swinton è stata emozionante, un momento di grande respiro internazionale. Realizzare questa Mostra è stata una fatica incredibile ma non si poteva non farla: non possiamo non ripartire da Venezia".
E inoltre ha spiegato le motivazioni della cover story del numero di settembre, intitolata "Il capitale rosa" e ispirata dal film in concorso Miss Marx di Susanna Nicchiarelli: "Non volevo elaborare un’idea scontata: c'è una donna con la testa in giù in senso di sfida e i capelli castani richiamano il colore sia del personaggio - Eleonor, figlia di Karl Marx - sia della regista".
Paola Tommasi, economista, ha raccontato come il Covid abbia rappresentato per la sua generazione un'ennesima sfida: "Faccio parte di una generazione che si è sempre dovuta reinventare. Grazie alle loro competenze le donne possono far ripartire il Paese, devono respingere la sfiducia verso il futuro. In questi mesi la casa ha rappresento per tutte le donne un hub in cui conciliare il lavoro, i lavori domestici e la cura dei figli, degli anziani, della famiglia. Tutto è finito sulle spalle donne. L'obiettivo è creare ambienti favorevoli per loro".
"L'errore è stato sovraccaricare politica con task force spesso inutili" spiega Francesca Masiero (CEO PBA SpA). "Nella nostra azienda c'è disparità salariale: gli uomini guadagnano di meno. Esercito la mia leadership giocando in modo politicamente scorretto. Le pari opportunità devono essere applicate a tutto, dalla ricerca allo sviluppo economico alla famiglia, è un tema trasversale a tutti i settori. Il problema sarà con la riapertura delle scuole, perché le aziende dovranno farsi carico di tutte le difficoltà dei lavoratori".
Chiara Pastorino, responsabile Diversity & Inclusion Intesa Sanpaolo, ha spiegato come "Intesa Sanpaolo intende valorizzare appieno il talento presente nel 53% della sua componente femminile. Ha quindi introdotto strumenti concreti come un KPI (obiettivo gestionale) specifico per premiare i manager attenti all’equità di genere, oltre a misure per la paternità migliorative rispetto alla normativa nazionale e a programmi di accelerazione delle carriere femminili. Sviluppare la cultura aziendale della parità di genere è un processo lungo e necessario alla Banca per essere più competitiva nel confronto internazionale”.