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"Nessuno sapeva niente di Lampedusa. Sentivo solo bugie su queste persone trattate come numeri. Forse non ero bravo io a raccontaroe. A un certo punto mi sono aggrappato al mondo del cinema: devo tutto a Gianfranco Rosi". A parlare è Pietro Bartolo, per tutti il "medico di Lampedusa", intervistato da Massimo Giletti oggi allo Spazio FEdS nell'ambito dell'incontro "About Migrants".
"Rosi è venuto a cercarmi con la scusa che aveva una piccola bronchite. Ho cominciato a raccontarli tutto e gli ho donato, racchiusi in una pen drive, venticinque anni di sofferenze. Ne è nato un film, Fuocoammare, che ha vinto l'Orso d'Oro e candidato all'Oscar".
Paolo Del Brocco, Pietro Bartolo, il regista Gianfranco Rosi e la produttrice di Fuocoammare Donatella PalermoOggi Pietro Bartolo è eurodeputato. "La scelta di entrare in politica è arrivata perché mi sentivo impotente. Il film fu un pugno nello stomaco ma non cambiò nulla. Allora per scuotere le coscienze abbiamo scelto di fare un altro film con la produttrice Donatella Palermo, Nour. Racconta la storia vera di una bambina di otto anni che ha attraversato il deserto ed è sopravvissuta a cose incredibili, compreso uno stupro. A Lampedusa, allo sbarco, mi sono accorto di questa bambina da sola. L'ho portata al poliambulatorio, era sporca e piena di pidocchi. Mi sono preso cura di lei con le infermiere e poi mi ha detto che ha fatto questo viaggio perché cercava la madre che lei sapeva essere in Europa. Ho cercato di farle ricongiungere".
Per Bartolo, i decreti Salvini sono "una vergogna": "Fare diventare reato il salvataggio di persona è una cosa che esiste solo in Italia. Se salvi una persona rischi di andare in galera e di essere multato fino a un milione di euro. Ero rimasto al mondo in cui chi salva qualcuno è un eroe: oggi se lo fa sei un delinquente. Il fenomeno dell'immigrazione c'è sempre stato, le persone si muovono e cercano di trovare una vita migliore. La più grande bugia che viene raccontata per spaventare è che c’è un’invasione. Sono costrette da tanti motivi e non sanno più come chiamarle: clandestini, migranti, richiedenti asilo, perfino flussi. Ma le persone non sono flussi".
"Abbiamo scambiato il continente più ricco del mondo - continua Bartolo - e abitato dalla gente più povera del mondo per un ipermercato da saccheggiare. Fra qualche anno l'Europa sarà una grande RSA. Le persone che arrivano portano energie nuove. L'Italia è il risultato della commistione di popoli: la sua cultura nasce dall'incontro di più sensibilità. Solo così si può crescere".