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La 55a edizione di Pesaro Film Festival vede l’inaugurazione del Centro Arti Visive – Pescheria il quale, oltre a ospitare tutti gli incontri e le tavole rotonde, è anche simbolo di progetti culturali significativi legati a doppio filo con il cinema.
Primo tra questi, l’allestimento dell’archivio storico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, contenente oltre 9.000 esemplari totali tra lettere, cataloghi, poster, pellicole, registrazioni e quant’altro si possa immaginare essere passato tra le mani dei precedenti festival. Il progetto prende forma anche grazie al sostegno del Comune di Pesaro, presente nella persona di Daniele Vimini, Vicesindaco di Pesaro e Assessore alla Bellezza e alla Vivacità.
Proprio quest’ultimo ha ribadito come si tratti di “un segnale importante per un festival che ha ancora un’attività editoriale molto viva”. L’intenzione non nasce solo da “un’esigenza di documentazione”, ma anche per aumentare ancora di più “l’identificazione della Mostra con la città di Pesaro. Cambiano i media e i supporti digitali ma il festival scommette ancora sullo studio e sulla ricerca”.
“È un patrimonio con cui sono cresciuto, per il quale è fondamentale avere una sede fisica come questa” dice il Direttore, Pedro Armocida, riferendosi al Centro Arti Visive di Pesaro.
E aggiunge Gianmarco Torri: “È un patrimonio non solo di fatti ma di pensiero. Una riflessione sul cinema e sulla forma festival, da recuperare assolutamente. Per questo l’archivio vuole essere anche biblioteca, aperta e accessibile”.
A questo punto dell’incontro, moderato da Cristian Della Chiara, interviene un altro Torri, e non uno a caso: Bruno Torri, co-fondatore con Miccichè della Mostra Internazionale, a sottolineare il nocciolo della questione: “Gli archivi sono sempre utili e validi, ma funzionano non quando conservano soltanto, ma quando sono attivi e promuovono ciò che custodiscono”.
A proposito di materiale custodito, qual è quello a disposizione della Mostra? “Abbiamo corrispondenza personale di Lino Miccichè” risponde Arianna Zaffini, che ha curato la preparazione dell’archivio. “scritti critici da convegni, seminari, interviste, biografie, tutto materiale dattiloscritto. Abbiamo tutte le trame dei film, programmi, rassegne stampa, manifesti, VHS, audiocassette e carteggi. Ma la parte più consistente è di fotografie: sono quasi 4.000.”
Chiude la riflessione Adriano Aprà, in passato direttore del festival per dieci anni, “Non limitiamoci al materiale prodotto da Pesaro, ma estendiamoci su tutto quello del ‘nuovo cinema’, italiano e internazionale.”