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Nella Sala Tropicana 1 dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, nell’ambito della 75a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, si è svolta la cerimonia di consegna del Premio Bresson alla regista Liliana Cavani, conferito dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, con il patrocinio della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e del Pontificio Consiglio della Cultura.
Ha consegnato il Premio mons. Nunzio Galantino, Segretario generale CEI (Conferenza Episcopale Italiana), e Presidente dell’APSA, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Ha presentato Tiziana Ferrario, inviata Tg1 Rai.
Ecco la motivazione: “Autrice refrattaria alle mode, radicale e felicemente provocatoria, la sua opera assorbe e restituisce con notevole forza espressiva la tensione intimamente cattolica tra la vocazione alla santità e la legge di gravità del peccato. Un conflitto talvolta aperto (come nella trilogia su Francesco o nei documentari sulla vita consacrata non secolare: Gesù mio fratello e Clarisse) e altre volte camuffato in storie di uomini e donne in faticosa ricerca, attraverso percorsi di sperimentazione continua, tra smarrimenti, consapevolezze e bagliori”.
Liliana Cavani: “Ho conosciuto persone che mi hanno aiutato a essere me stessa. Mi hanno insegnato a credere in me. Ho avuto un’istruzione globale, non mi importava delle etichette. Quello che manca oggi è la conoscenza della Storia, che porta alla superficialità. Al liceo non si studia il Ventunesimo secolo. Io inseguo la libertà, non voglio vincoli. Lavorando in televisione ho imparato molto, specialmente l’importanza del passato per comprendere il presente. Bisogna pretendere una scuola migliore, combattere l’ignoranza”.
Mons. Davide Milani, presidente Fondazione Ente dello Spettacolo: “Oggi è un giorno solenne, il momento più importante per noi della Fondazione Ente dello Spettacolo”. Mons. Nunzio Galantino: “Siamo in un momento di positiva provocazione. Il significato delle parole è sempre più importante, il silenzio è il grembo della verità. La nostra è una cultura da stadio, che ci spinge a rapportarci con l’atro come se fosse un avversario. L’emozione diventa un fatto negativo quando la ragione viene messa da parte, quando diamo spazio alla falsità della comunicazione. In Italia c’è una grande differenza tra percezione e realtà. Quelli che attirano di più l’attenzione sono quelli che mettono a tacere la verità.
Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia: “Si vive in un’epoca di transizione. Cerchiamo di ridurre la realtà a un tweet. Abbiamo bisogno di tempo per riflettere e dialogare. Il cinema risponde con la durata dei suoi film. C’è ancora molto da fare”. Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra di Venezia: “Mi sono formato in parrocchia, come tanti. Per tanto tempo sono stato legato al cristianesimo e ai suoi valori. Ne ho riconosciuto la sua complessità. Liliana Cavani è un’artefice della personalità cinematografica che ho costruito. Lei mi ha insegnato a comprendere la complessità di questi valori. E quanto è difficile calare questi valori nel quotidiano”.
Monsignor Nunzio Galantino consegna il Premio Bresson a Liliana Cavani
Il Premio Robert Bresson è stato istituito nel 1999 e viene assegnato ogni anno al regista che abbia dato testimonianza con il suo lavoro del difficile percorso di ricerca del significato spirituale dell’esistenza. Tra gli italiani, lo hanno vinto Gianni Amelio, Giuseppe Tornatore e Carlo Verdone. Liliana Cavani è la prima donna ad aggiudicarselo.
Liliana Cavani è nata a Carpi, in provincia di Modena, il 12 gennaio 1933. Nel 2012 ha ricevuto il Premio Federico Fellini 8 1/2 per l'eccellenza artistica al BIF&ST di Bari. Sempre nello stesso anno le è stato conferito il David Speciale alla Carriera.
Quest’anno il Premio Bresson è stato creato da Damiani e Venini, che l’hanno realizzato per la Fondazione Ente dello Spettacolo, di cui sono main partner in occasione della Mostra del Cinema, a conferma di una tradizione che da sempre lega due eccellenze dell’artigianalità italiana al mondo della settima arte. Silvia Grassi Damiani, vicepresidente del Gruppo Damiani: “È stato un onore poter realizzare questo premio per conto della Fondazione Ente dello Spettacolo, di cui siamo main sponsor in occasione della Mostra del Cinema ed è un privilegio poterlo consegnare a Liliana Cavani, grande protagonista del cinema italiano e internazionale. La ricercata esperienza artistica di questa regista e il suo contributo al patrimonio culturale sono temi a cui siamo da sempre molto sensibili. Inoltre, la realizzazione del Premio Robert Bresson 2018 è stata una straordinaria occasione per consolidare le sinergie fra Damiani e Venini. Nel 2016, infatti, il gruppo Damiani ha acquisto la maggioranza della storica vetreria artistica veneziana riconoscendo nei valori di esclusività, eccellenza creativa e made in Italy una consonanza con il Dna di Damiani”.
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