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Per approfondire e valorizzare il legame tra scrittura letteraria e screenplay cinematografico: questo l’obiettivo, anzi la mission di “Dalle parole alle immagini“, il premio istituito da Taobuk-Taormina International Book Festival e Fondazione Ente dello Spettacolo. A trionfare in questa prima edizione è Lacci, tratto dal romanzo di Domenico Starnone. Questa mattina allo Spazio FEdS, il regista Daniele Luchetti ha ricevuto il premio.
"L'idea alla base del premio è che il racconto in quanto tale nasce per essere tradotto" ha dichiarato Antonella Ferrara, presidente e direttore artistico di Taobuk. "Dall'immaginazione della pagina scritta, il racconto vive poi in maniera autonoma nell'immaginazione del lettore e sfugge al controllo di chi l'ha creato. Vogliamo premiare un divenire che abbia bellezza".
Intervistato da Giulietta Revel, Daniele Luchetti ha parlato dei "lacci" che lo legano a Domenico starnone: "Il nostro incontro risale trent'anni fa. Dopo Il portaborse, Silvio Orlando mi consigliò i pezzi umoristici sulla scuola che Starnone pubblica sul Manifesto. Silvio gli chiese di scrivere qualcosa per lui e in pochissimi giorni Starnone ci diede un testo teatrale che amai subito. Andammo in scena con Silvio e Angela Finocchiaro e poi ne abbiamo realizzato un film baciato dal successo, La scuola, che vinse anche il David. Una commedia che metteva dentro l'intelligenza e l'acume di Domenico".
Daniele Luchetti - foto di Margherita BagnaraDopo quel grande successo, lavorarono insieme l'adattamento de I piccoli maestri: "Eravamo tutti intimoriti e affascinati da Luigi Meneghello, l'autore del romanzo che nemmeno si accorgeva di essere così amato dagli altri scrittori italiani".
Da lì in poi, qualche anno di silenzio, finché Luchetti accetta la proposta di Beppe Caschetto di girare un film tratto da Lacci. "Ho lavorato soprattutto con Francesco Piccolo. Abbiamo mantenuto la struttura del libro in tre atti. Il problema principale era come tenere le lettere della prima parte. Pensavo che la scansione dovesse rimanere la stessa per raccontare le sfumature dei punti di vista e mettendomi nella condizione di poter scoprire via via le carte della narrazione. Il film mantiene dal romanzo la scelta di non adottare le chiacchiere del quotidiano. Quando ho fatto Mio fratello è figlio unico ho saccheggiato la materia narrativa ma tradito scansione temporale. Con Lacci ho toccato meno il libro: l'unico servizio che puoi fare al libro è tradirlo".
"C'è un'unica verità - continua Luchetti - che viene svelata all'inizio del film: ti ho tradita. Ed è una verità che fa cadere a rotoli la vita di tutta la famiglia. Il resto del tempo è fatto di omissioni e reticenze, verità nascoste sotto il naso. Tutto il film si può riassumere con una frase: per restare insieme tutta la vita bisogna parlare il meno possibile. Le mezze verità sono un disastro".
Set di "Lacci", regia di Daniele Luchetti.Nella foto Silvio Orlando e Laura Morante.
Foto di Gianni Fiorito
Come mai le citazioni da Io la conoscevo bene? "Nel cinema è più importante copiare che citare. Mi sembrava fosse una musica ironica che racconta bene il girotondo dell'amore".
Com'è cambiato il rapporto con Starnone? "Ho sempre seguito la sua carriera, ho visto come nel tempo ha toccato punti di maturità come Via Gemito. Era arrabbiatissimo per le critiche ricevute da Lacci: ci tiene enormemente per le trasposizioni. Periodicamente gli chiedo chi sia Elena Ferrante, ma lui puntualmente non ne sa mai niente".
E a proposito della misteriosa scrittrice: "Girerò la nuova stagione de L'amica geniale. In questo caso la gente che ha amato i libri vuole ritrovare i dialoghi. Io prendo quel libro per divertirmi a sfidare l'immaginario, compreso quello mio da lettore".