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A Pesaro Film Festival si esplora da vicino, anzi vicinissimo l’animazione italiana, con un evento dedicato a cortometraggi animati nostrani degli autori più recenti: Laura Arcangeli, Beatrice Pucci, Donato Sansone, Laura Luchetti, Angelica Bergamini, Salvatore Delle Femmine, Gabriele Genova, Alessandra Marin, Antonio Iandolo, Andrea Bonetti, Gianluigi Toccafondo sono i selezionati, senza considerare il protagonista della mostra personale.
Spazio e tempo, infatti, sono dedicati esclusivamente all’opera omnia di Roberto Catani, regista di animazione nei “ritagli di tempo” dal lavoro di insegnante. Sei corti animati e uno stile lirico e metamorfico che flirta col surreale. I suoi riferimenti artistici? Chagall, Mirò, Kandinskij. Quelli cinematografici?
“Mi riesce difficile trovare dei registi di riferimento” risponde Catani, “ma sono un grandissimo fan di Tarkovskij, della sua poetica, il suo lirismo e il modo che ha di raccontare”.
Il maestro, d’animazione e a scuola, condivide con il pubblico qualche aneddoto dietro la creazione de La Lupa, unico lavoro a spezzare la continuità stilistica molto presente nei restanti.
“Ho realizzato La Lupa in un’occasione diversa, con un obiettivo diverso: partecipare a un’installazione video-animata sul Tevere curata da Kristin Jones, insieme ad altri autori d’animazione, nel 2006. È un loop, meno narrativo, le immagini filtrate attraverso un fondo di bottiglia, perché sembrino distorte, liquide, riflesse dal fiume stesso”.
E per quanto riguarda la situazione produttiva? È vero che in Italia c’è poco spazio per l’animazione?
“Ho autoprodotto tutti i miei lavori fuorché l’ultimo, Per tutta la vita, per cui ho trovato un accordo con Withstand, con cui abbiamo fatto conoscere il nostro lavoro e vinto premi anche qui. All’estero è diverso, in Francia c’è una sensibilità particolare, ma può essere difficile anche altrove. Le realtà che investono nel cinema d’animazione sono poche, ma le possibilità esistono, anche in Italia”.
E conclude: “Spero che questo sia di incoraggiamento ai tanti possibili autori italiani del futuro”.