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“Facendo l’attrice quello che cerchi è una sorta di legame con la gente e la sfida sta nel mantenere la propria onestà. Jean Seberg aveva una fame diversa, però, quella di connettersi più di altri, più a fondo, con le persone. Era anche spinta da una forte vocazione umanitaria, in un momento in cui le persone non volevano vedere, capire. Quella che racconta il film è una storia molto importante, e lo è soprattutto oggi. Perché sacrificarsi per un’idea, per gli altri, è raro. Ed è giusto che Jean Seberg non venga ricordata solamente per il suo taglio di capelli”.
Kristen Stewart riporta in vita la celebre attrice americana, icona della Nouvelle Vague francese grazie a Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle) di Godard: è la protagonista di Seberg, diretto dall’australiano Benedict Andrews e presentato in anteprima mondiale questa sera alla 76° Mostra di Venezia, Fuori Concorso, a 40 anni esatti dalla morte della diva, avvenuta il 30 agosto 1979.
Kristen Stewart in Seberg“Per noi che abbiamo vissuto molti anni insieme a lei, idealmente, facendo questo film, è molto bello poterla celebrare proprio oggi”, dice il regista Benedict Andrews, che sulla genesi del progetto racconta: “Ho scoperto Jean Seberg al liceo quando il mio professore di francese proiettò À bout de souffle per la classe. Fui letteralmente stregato e da allora non ho più potuto dimenticare la sua incredibile recitazione, è stata un’attrice capace di ridefinire i parametri della presenza e della verità scenica”.
Benedict Andrews - Foto Karen Di PaolaMa il film racconta un aspetto meno noto dell’esistenza della Seberg. Aspetto che finì per distruggerla, portandola anni più tardi al suicidio: sul finire degli anni ’60 l’attrice finì nel mirino del programma di sorveglianza illegale dell’FBI, COINTELPRO. Il coinvolgimento politico e sentimentale dell’attrice con l’attivista per i diritti civili Hakim Jamal (Anthony Mackie) la rese un obiettivo dei tentativi spietati del Bureau di arrestare, screditare e denunciare il movimento del Black Power. Un giovane e ambizioso agente federale, Jack Solomon (Jack O’Connell), viene incaricato di sorvegliare l’attrice; i destini dei due si troveranno a essere pericolosamente intrecciati.
“Non conoscevo la sua storia prima di leggere la sceneggiatura (firmata da Joe Shrapnel e Anna Waterhouse, ndr), soltanto allora ho compreso come sia stata distrutta la vita di Jean Seberg, letteralmente soffocata da tutto questo”, dice ancora il regista, che aggiunge: “La sua onestà, la sua verità sullo schermo rifletteva la stessa sincerità che aveva nella vita reale. A causa di questo è diventata un bersaglio dell’FBI, che l’ha iniziata a spiare nell’intimità, per utilizzare la sua vita privata, minandola e distruggendola per motivi politici. L’ho trovata una storia molto particolare, speciale”.
Jean Seberg in Fino all'ultimo respiroChe cosa ha significato per Kristen Stewart – che in Francia ha recitato nel recente passato per Olivier Assayas in Sils Maria e Personal Shopper – reincarnare una simile icona della Nouvelle Vague, seppur americana come lei? “C’era qualcosa di naturalistico nella sua recitazione, emergeva qualcosa di splendente. Il fatto che fosse bene accolta nel suo paese e anche in Francia le ha consentito di correre dei rischi, sicuramente è stata identificata in questo modo. Ho lavorato su questa cosa, ho cercato di essere me stessa, ho percepito questo desiderio da parte sua, di essere accettata lavorando in questo modo, quasi gridando ‘guardatemi, sono vera!’. E proprio per questo ha trovato terreno fertile in Francia, immagino”.