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“Perché bisogna fare il cinema a scuola? Molti studenti non vanno al cinema perché non hanno tempo”, dice l’on. Anna Ascani, viceministra Ministero dell’Istruzione, nell’ambito di Webinar: "Strumenti e Metodi sull’utilizzo del cinema nella didattica a scuola", promosso dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in occasione di Castiglione Cinema 2020 (scopri tutto sul festival).
La realizzazione di attività di educazione all’immagine e al linguaggio cinematografico rientra tra gli obiettivi della legge 107 del 2015, attraverso la quale Miur e Mibact prevedono una serie di azioni orientate a promuovere il linguaggio cinematografico e audiovisivo inclasse. In questo modo gli studenti e i docenti acquisiscono strumenti e metodi di analisi per conoscere la grammatica delle immagini e avere la consapevolezza della natura e della specificità del loro funzionamento.
Giulia Serinelli (Dirigente dell’area comunicazione alla presidenza del consiglio) e Bruno Zambardino (Mibact) hanno fatto un primo progetto sull’educazione visiva a scuola: www.cinemaperlascuola.it.
“La maggior parte delle istituzioni scolastiche e degli enti si sono già attrezzate per l’online” spiega Serinelli, illustrando le possibili influenze dopo il lockdown. “Per il piano di formazione dei docenti abbiamo immaginato due ipotesi sia per la formazione in presenza che non. Se ci sarà un secondo blocco noi non ci bloccheremo di sicuro”.
Zambardino ritiene importante e fondamentale “non interrompere la nostra attività”. A settembre si partirà con la formazione al centro destinata ai 300 formatori e poi si proseguirà con quella di formazione sul territorio. Come sarà poi possibile seguire questi corsi di formazione? “Le comunicazioni arriveranno alle istituzioni scolastiche. L’unica condizione è che siano in servizio i docenti. Sono incluse tutte le istituzioni scolastiche che fanno capo al Ministero dell’istruzione. Il corso avrà una durata di 30 ore che varieranno qualora dovesse essere in presenza o in digitale”.
Tra le esperienze già realizzate di educazione visiva a scuola, c’è quella di Gianluca Giannelli, responsabile del progetto Scelte di classe: “Il lockdown ci ha insegnato che oggi siamo tutti interconnessi e dobbiamo provare a ripartire connettendoci l’uno con l’altro”.
Cos’è Scelte di classe? “È stato un progetto pilota che metteva in evidenza la necessità di mettere scuole non di centri urbani di informarsi e approfondire e vedere film divisi per fasce d’età gratuitamente. Un progetto che dava anche una parte formativa ai docenti, lavorando su questo doppio binario. Il nodo centrale è stato quello della library, ogni anno 20 titoli divisi per fasce d’età. Il nostro obiettivo è quello di andare lì dove il cinema manca e l’idea è quella di andare sempre più nei piccoli centri”.
Gianluca Giannelli - Foto Karen Di PaolaMa c’è anche quella di Enzo Bevar con Schermi in Classe, l’etica libera e la bellezza. Il cinema itinerante per una didattica dell’audiovisivo: “Il nostro ingresso nella scuola arriva a seguito delle richieste di alcuni insegnanti. Le immagini oggi fanno parte della nostra vita a 360 gradi. Schermo in classe ci porta fisicamente all’interno delle scuole e vuole dare la possibilità ai ragazzi di imparare a leggere le immagini. La loro fame di confronto e di racconto è travolgente”.
Continua Beaver: “È nato un festival Libero Cinema in Libera terra. Il nostro ingresso nella scuola arriva a seguito delle richieste di alcuni insegnanti. Le immagini oggi fanno parte della nostra vita a 360 gradi. Schermo in classe ci porta fisicamente all’interno delle scuole e vuole dare la possibilità ai ragazzi di imparare a leggere le immagini. La loro fame di confronto e di racconto è travolgente”.
Infine, Emiliano Morreale: “Come si può insegnare il cinema a scuola? Perché bisogna insegnare il cinema a scuola? E cosa vogliamo veramente fare? Il cinema investe la nostra formazione. Il cinema è come diceva Pasolini lingua scritta della realtà”.