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Con #CheCinemaFarà, la Fondazione Ente dello Spettacolo vuole esplorare le opportunità che pone questa crisi, raccogliendo le idee, le suggestioni, le provocazioni di autori, attori, maestranze, direttori di festival, critici, giornalisti, personalità delle istituzioni, appassionati.
Uno sforzo di immaginazione “con i piedi per terra” da parte di coloro che fanno parte dell’intera filiera cinematografica. Una riflessione, articolata in tre domande, sullo scenario futuro elaborando una proposta che include i tre poli dell’esperienza cinematografica: il prodotto (il film), la sua distribuzione (le modalità di fruizione), i destinatari (il pubblico).
Che film si realizzeranno? Dove si vedranno? Con quali occhi li vedremo?
Dopo i primi interventi (Antonio Monda, Roberto Cicutto, Laura Delli Colli, Giorgio Viaro, Mauro Gervasini), altri quattro contributi hanno arricchito questa seconda settimana.
Immagina un "cinema che ci fa incontrare, toccare, rimaterializzare" la regista Antonietta De Lillo. Per il futuro della sala, la sua idea è che gli esercizi debbano riposizionarsi alla luce della nuova situazione. Un futuro in cui "il cinema diventa il pretesto per l’incontro fisico con gli altri" (qui il video integrale).
"Dopo l’emergenza non cambierà sostanzialmente nulla" sostiene Giona A. Nazzaro, delegato generale della Settimana Internazionale della Critica (Mostra del Cinema di Venezia). "Il punto - continua nella sua riflessione - non è il cinema dopo il coronavirus, ma il cinema con il coronavirus" (qui il video integrale).
"È emersa la forte voglia di cinema che sta caratterizzando gli italiani" osserva Massimo Scaglioni, docente dell'Università Cattolica. "Lo dimostrano i dati di consumo sulle piattaforme e sulla tv lineare e non. Da qui bisogna ripartire: dalla forte voglia di cinema e dalla necessità di rincontrare quel pubblico che ha bisogno di cinema" (qui il video integrale).
"So quello che non voglio vedere: basta distopie! Vorrei tornare alla Nouvelle vague, voglio lui e lei che parlano, che camminano in mezzo agli alberi, che soffrono tantissimo e si baciano, e poi di nuovo soffrono…" spera Chiara Tagliaferri, autrice, nel suo contributo filmato insieme allo scrittore Nicola Lagioia. Che rilancia: "Visto che il soronavirus deve far pensare l’impensabile, per me l’impensabile è la morte di Hollywood" (qui il video integrale).